http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/dialettipistoiesi.msnw
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http://it.geocities.com/kenoms3/altorenotoscano/dialettipistoiesi.htm
SULLA STORIA
LINGUISTICA ED ECCLESIALE DEL MONACHINO
(Frazione di Sambuca Pistoiese)
COME ABBIAMO GIA' AVUTO MODO DI RIFERIRE LA ZONA DI MONACHINO PARLA UN
DIALETTO DI TIPO MARCATAMENTE TOSCANO... IN QUESTA PAGINA CERCHIAMO DI
OFFRIRE UNA SERIE DI VALUTAZIONI DI NATURA STORICA E LINGUISTICA SULLA
ORIGINE DELL'ATTUALE DIALETTO DI MONACHINO
SI TRATTA DEL TESTO DI ALCUNE E MAIL DI UNA CORRISPONDENZA COL DOTTO
DANIELE VITALI. LA DOCUMENTAZIONE CI PARE IMPORTANTE IN QUANTO TENDE AD
ACCREDITARE UTLERIORMENTE L'IMPORTANZA DEI RAPPORTI CHE SUSSISTONO TRA
STORIA LINGUISTICA E STORIA ECCLESIALE DI UNA DETERMINATA COMUNITA'
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NOSTRA E MAIL (Tutta la presente corrispondenza è compresa nel
periodo compreso tra il 07 e il 14 febbraio 2005)
"Ho torvato una notizia davvero importante, ma credo necessario
chiedere il suo parere e la sua interpretazione nel complesso della
vicenda...
Non tutto il territorio sambucano fu sottoposto alla Diocesi di
Bologna. L'estrema punta meridionale del territorio sambucano fu
infatti da sempre pistoiese:
"A sua volta Treppio che già in precedenza era Pieve, venne
lasciata in tale stato e le vennero sottoposte le parrocchie di Torri,
Fossato e San Remigio a Pian del Toro; qust'ultima ubicata nella Valle
della Limentra orientale, era stata da sempre soggetta alla Diocesi di
Pistoia..." (R Zagnoni, "Il passaggio alla Toscana di dieci parrocchie
della diocesi di Bologna nel 1784", in 'Il Carrobbio', anno VI, 1980,
p. 383)
" Il paese [di Monachino] risale al XVI secolo come
dipendenza del Pian del Toro: è storicamente legato alla
famiglia De' Pazzi. Alla fine del Cinquecento, funzionava in questa
località una ferriera voluta dal Granduca di Toscana. Veniva
lavorata ghisa di provenienza elbana producendo armature, sempre di
buona qualità e talvolta anche di pregio. In seguito
all'eccessivo sfruttamento del patrimonio boschivo — la legna ed il
carbone vegetale proveniente dai dintorni costituivano la fonte
energetica per il funzionamento della ferriera - nel giro di pochi anni
la zona rimase del tutto priva di copertura vegetale e l'opificio fu
chiuso e trasferito nella zona di Maresca."
(http://www.comune.sambuca.pt.it/ambiente/monachino.htm)
"La lingua parlata in zona [monachino] è di
tipo toscano, sia per il lessico sia per gli aspetti fonetici, ed
è simile a quella parlata a Torri ed a Frassignoni."
(http://www.comune.sambuca.pt.it/ambiente/monachino.htm)
"La chiesa intitolata a S. Stefano Papa risale al 1838. In
precedenza la chiesa, sotto lo stesso titolo, era a Pian del Toro, un
pianoro situato a monte del paese.
"(http://www.comune.sambuca.pt.it/ambiente/monachino.htm)
"L'oratorio [di Pian del Toro], che si trova sul confine delle Diocesi
di Pistoia e di Bologna, fu eretto in parrocchia dal Vescovo Scipione
de Ricci nel 1786, sotto il titolo di Santo Stefano Papa, per il
servizio religioso degli abitanti della vallata. Fu poi abbandonato e
presto andò distrutto quando verso il 1838 fu costruita la nuova
Chiesa in località Monachino" (Dizionario Toponomastico del
Comune di Sambuca Pistoiese, Pistoia, 1993, p. 132)
Posso immaginare dalle fonti prodotte che in origine l'oratorio si
chiamasse San Remigio e poi cambiò nome (diventando Parrocchhia)
in Santo Stefano. Peraltro nello stesso sito di Alto Reno Toscano
è riportata questa notizia ottenuta direttamente dalla Diocesi
di Pistoia:
"La zona di Treppio, come gran parte delle vallate delle Limentre
rimase però sotto la giurisdizione ecclesiastica di Bologna:
negli elenchi della decima del 1300 la ecclesia S. Michaelis de Treppio
risulta compresa nel plebato di Succida. La chiesa, che già in
precedenza era stata elevata alla dignità di arcipretura, fu
trasferita alla Diocesi di Pistoia con breve apostolico di Pio VI del
27 agosto 1784 e ad essa furono poi sottoposte, dal vescovo Ricci, le
parrocchie di Torri e Fossato, già bolognesi, e quella pistoiese
di Pian del Toro nella zona del Monachino."
(http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/treppio.msnw)
In altra pagina di Alto Reno Toscano si legge:
"In località Pian del Toro, nella valle della Limentra, esisteva
un oratorio già dipendente dall'abbazia di Fontana Taona e poi
di proprietà della famiglia Pazzi di Firenze. Questo edificio di
culto, trovandosi sul confine delle due diocesi era stato oggetto di
lite tra il vescovo Alamanni e l'arcivescovo di Bologna.
Per assicurare il servizio religioso agli abitanti della vallata, ed in
particolare a quelli del Monachino, il vescovo Scipione de' Ricci
provvide ad erigere in parrocchia questo oratorio dedicandolo a S.
Stefano papa e martire (257-260) e sottoponendolo alla pieve di Treppio.
Nel 1838, a cura del pievano di Valdibure, fu costruita la nuova chiesa
in località Monachino come testimoniato da un documento
d'archivio di recente scoperto che viene a correggere l'anno 1803
riportato dall'Annuario Diocesano del 1943. Al posto dell'antico
oratorio vi è oggi un tabernacolo con una lapide che lo
ricorda." (http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/monachinoetorri.msnw)
Questo riferimento a Monachino pare confermare la ipotesi che fu
proprio il Ricci a cambiare il nome all'oratorio dedicandolo a Santo
Stefano
A Pian del Toro si trova ora una edicola dove è possibile
leggere:
"A RICORDARE CHE IN QUESTA SOLITUDINE DETTA PIAN DEL TORO SORGEVA
ANTICAMENTE LA CHIESA PARROCCHIALE DEDICATA A S. STEFANO PER COMODO
DELLA POPOLAZIONE NELL'ANNO 1838 TRASFERITA SOTTO IL MEDESIMO TITOLO AL
MONACHINO VENIVA EDIFICATA QUESTA EDICOLA A CURA DELL'AMMINISTRAZIONE
FORESTALE PERCHE' LA PREGHIERA DEL PIO VIANDANTE CONTINUASSE AD
INNALZARSI DEVOTA DA QUESTO LUOGO UN DI' A DIO CONSACRATO."
"Nel periodo granducale questo territorio montano fu diviso
amministrativamente in due parti distinte. La Sambuca fu aggregata al
Capitanato della Montagna di Pistoia, che aveva il suo centro nei
castelli di San Marcello e Cutigliano, in vaI di Lima; mentre le
comunità di Treppio e Torri furono comprese nella Potesteria di
Montale e di Agliana. La lontananza dei centri amministrativi dell'una
e dell'altra zona aggravò l'isolamento che già la
posizione geografica assegnava a questi territori. Solo nel 1824 i
popoli di Torri, Treppio e Pian del Toro (oggi Monachino), furono
riuniti nel Comune della Sambuca."
(http://www.comune.sambuca.pt.it/storia/storia.htm)
I toponimi presenti nella zona compresa tra il confine meridionale
estremo di Sambuca e Pian del Toro sono 12 nessuno di questi presenta
alcun carattere fonetico che non sia specificamente pistoiese:
1) Ponte de Rigoli, 2) Cereta (Cereta in documento del 1665), 3) Fonte
della Lorenza, 4) Pian dei meli (zona piantata con meli da frutto); 5)
Pian della Cecca; 6) Fonte della Buraia; 7) Malpasso; 8) Fosso di Pian
del Toro; 9) Le Caselle (attestato nel 1813 con Caselle. A Caselle si
trovano i ruderi di un antico nucleo rurale cghe appartenne alla
Comunitò di Pian del Toro. Di questo nucleo, oltre che a pagine 73 e 74 del Dizionario Toponmastico della Sambuca (Pistoia 1993), tratta anche il Dizionario Corografico della Toscana dle Repetti: http://www.archeogr.unisi.it/repetti/dbms/skcm.php?id=1018 ); 10) Pian di Lorenza, 11) Ponte di
Legno; 12)Acquerino
Ho provveduto a controllare 46 toponimi della zona di Monachino ed
è saltato fuori:
1) Fosso di Carnevale; 2) Strada d'Ancona; 3) Il Torlaio; 4) Strada dei
Pagliaioli; 5) Fosso del Torlaio; 6) Antenna della SIP; 7) Fonte della
Forestale; 8) Fonte della Lorenza; 9) Fonte de Balzini; 10) Fonte de
Trogoli; 11) Merizzo dei Céchi (= ciechi). Da notare l'assenza
di dittongamento ie. Anche se la pronuncia non è una "e chiusa";
12) Sasso alla Pasqua; 13) Prato della Croce; 14) Fosso del Diavolo;
15) Pian dei meli (piantata con meli da frutto); 16) pian della Cecca;
17) Fonte della Buraia; 18) Malpasso; 19) Il Colonna; 20) Casetta dei
Mengarini; 21) Fosso di Pian del Toro; 22) Fabbretti (in documento del
1665 è Fabreti); 23) il Monachino (Monachino nel 1813);
24) Sorgente de Falchi; 25) FOnte della Boldrona; 26) Scollacchia
dei Bianchi; 27) Ponte de Rigoli; 28) La Cereta; 29) Pian del Toro; 30)
Fosso di Rihocco; 31) Fosso delle valli (Fosso della Valle nel 1813);
32) Il Faggione; 33) Fosso dello Scopiccio; 34) Chiesa di Santo
Stefano; 35); Capanna di Chiusoli (per la Carta Tecnica Provinciale di
Pistoia è Capanna di Ghiusoli); 36) Fosso dei Noccioli; 37)
Trogoli; 38) Pian dell'Acero; 39) La Menihona; 40) aia dell'orso (senza
affricazione pistoiese); 41) Orto di Corso; 42) Fosso dello Scalone;
43) Fosso della Sambuhella; 44) il Topo; 45) Corno di Togno; 46) Maligio
Da notare la presenza di toponimi con gorgia toscana in K.
A questo punto sono curioso di sapere cosa ne pensa
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ALTRA NOSTRA E MAIL
"Prima della fondazione di Monachino, il continuo sfruttamento delle
selva
dell'Appennino da parte della città di Pistoia, determinò
un quasi completo
disboscamento delle parti basse della montagna. Le necessità
delle ferriere
della Magona granducale provocarono uno spostamento delle
attività
produttive verso le valli delle Limentre: anche il Monachino vide
sorgere di
una delle piccole fonderie sorte nel Cinquecento lungo la valle.... La
posizione vicina allo spartiacque appenninico permetteva poi sia un
facile
trasporto della materia prima proveniente dall'elba e sia il ritorno
dei
prodotti finiti. .. Spesso in queste montagne i centri abitati furono
costruiti con scopi difenivi, ma in molti casi l'elemento principale fu
il
loro carattere agricolo. I motivi della nascita del Monachino si
differenziano da questo schema e vanno perciò cercati in
un'altra direzione:
ci troviamo difronte ad un esempio di fondazione legata alla proto -.
Industria" (B. HOMES, "Monachino in Val Limentra", in Nueter n. 56
(anno
XXVII) del 2002, pp.219 ss)
Quindi: 1) fondazione del paese legata alla proto-industria granducale;
2)
vicinanza al crinale appenninico e quindi facilità di
percorrenza nei
confronti della Toscana.
Se va a guardare la posizione di Monachino in una mappa geografica la
troverà nettamente staccata da tutte le altre comunità
sambucane (perfino
dal paese de L'Acqua)... i dati sembrano quindi confermare le note
storiche
(appartenenza alla Diocesi di Pistoia e non di Bologna), il dialetto
(di
tipo marcatamente toscano), la toponomastica (qui è concentrata
la gran
parte dei fenomeni di gorgia toscana come toponomastica)...
Una vicenda davvero interessante quella del Monachino che (ripeto) ne
fa un
caso eccezionale nella realtà sambucana e quindi
importantissimo...
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RISPOSTA DI DANIELE
VITALI
Eccomi qua
finalmente! Buon inizio di settimana.
Dunque per
Monachino Le do completamente ragione: anche a vederlo sula mappa ci si
chiede subito se sia davvero integrato col resto della Sambuca o se la
Toscana (quella al 100%) non sia più vicina... Visti i dati
toponomastici e diocesani, c'è poco da fare: Monachino è
un caso particolare di toscanità di lunga data, anche se
è a Nord del Crinale (secondo me lo stesso vale per Spedaletto e
Montepiano). I dati geografici sono importanti, ma quelli storici
prevalgono, come diceva anche Schürr per l'Italia in generale. Ha
fatto bene a guardare la toponomastica, diventa tutto anche più
chiaro.
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ANCORA NOSTRA E MAIL
Rimanendo in tema di Balletti (visto che sono a casa in malattia ho
tempo di fare alcune ricerche) sono tornato a leggere la sua
classificazione di alberi ed arbusti per il territorio sambucano "AA.V.
"Storie della Sambuca", M&M, Pistoia, 2001, pp. 26 - 27) e ho
trovato per Moanchino le seguenti forme per il prugnolo:
strozzapreti (tipica del pistoiese cittadino), strozzi e... strozzighi
(con sonorizzazione di K!!!).
Situazione vagamente imbarazzante visto tutto quello che ci siamo detti
su Monachino (tutti i dati storici ci dicono che l'intera zona è
sempre stata pistoiese anche dal punto di vista ecclesiastico) e la
situazione è imbarazzante anche perché in questo stesso
libro si legge:
"Il paese [di Monachino] risale al XVI secolo come dipendenza di Pian
del Toro: è storicamente legato lla famiglia De' Pazzi" (p. 95)
Quindi Monachino nasce come dipendenza di Pian del Toro che era
oratorio sottoposto alla Dicoesi di Pistoia ed era legata alla famiglia
fiorentina dei De Pazzi
Come mai allora la forma "settentrionale" strozzighi?
La mia risposta è che la sonorizzazione in K è fenomeno
RELATIVAMENTE "facile" in area pistoiese e lucchese e, quindi,
può essersi trattato di una rara sonorizzazione autoctona
probabilmente favorita dalla vicinanza con i dialetti di area sambucana
e coloniale.
Potrebbe peraltro essere un prestito tout court dalle aree sambucane
limitrofe (anche a Torri è testimonato strozzighi)
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ULTERIORE RISPOSTA
DI VITALI
Concordo sulle due
possibilità, cioè prestito lessicale oppure
sonorizzazione
K>G della Toscana occidentale.
Una domanda
però: come sappiamo che c'è stata sonorizzazione e che G
non è
primaria in
strozzighi? Da dove viene la parola?
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NOSTRA RISPOSTA
Dal fatto che a Frassignoni (che sono vicini a Pracchia) usano
Strozzichi!
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ULTIMA RISPOSTA DI
VITALI
Ah. Però ci
sono le nostre due spiegazioni, nonché una terza: che nello
scarso uso del
dialetto a volte si risponda pensando a come dice un amico
del paese vicino.
Può sembrare assurdo, ma io ho spesso questo sospetto
facendo le mie
registrazioni. Quel che faccio di solito è cercare un altro
parlante e
controllare.
DV