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EDDA POETICA (Canzoniere Eddico) "Carme groenlandese di Attila" |
OVIDIO "METAMORFOSI" LIBRO VI |
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(vv. 39 - 41) "Duo fanciulletti avevo di Marchino; il primo lo scanai con la mia mano. Stava a guardare l'altro piccolino, e dicea 'Matre, deh per Dio! fa piano'. Io presi per li piedi quel meschino... Quasi vivendo ancora lo squartai; De il petto a l'uno e l'altro trassi il core. Le piccolette membra minuzzai... Io stessa fui beccaro, io stessa coco. A mensa li ebbe il patre doloroso, E quelle se mangiò con festa e gioco" (M. M. BOIARDO, "Orlando innamorato", Vol I, Einaudi, Torino, 1995, p. 172) |
(vv. 35 - 36, 38) "Si fece avanti allora la terribile [Gudhrun] a portare loro le bevande, la forte sorella ai guerrieri, sceglieva il cibo da offrire con la birra, spiritata, al pallido re. E disse ad Attila tutto il suo odio: 'Dei tuoi figli, o dispensatore di spade, hai masticato insieme al miele i cuori sanguinanti; digerisci o fiero, la carne umana, mangiata come cibo accompagnato alla birra, buon pro ti faccia!... Clamore sorse dalle panche, terribile frastuono di sudditi, strepito sotto gli arazzi preziosi: piangevano i figli degli Unni tranne la sola Gudhrun: mai [lei] avrebbe pianto i suoi fratelli [uccisi da Attila] dal coraggio d'orsi e i suoi stessi figli, giovani, inesperti della vita che aveva partorito ad Attila" (IL CANZONIERE EDDICO, Garzanti,
Milano, 2004, pp. 292 - 293)
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(vv. 636 ss) "Progene trascina via Iti... mentre lui grida "Mamma, mamma!" e vorrebbe abbracciarla, lo colpisce dove si uniscono il petto e il fianco, senza neppure distogliere lo sguardo... Quelle membra ancor vive... sono fatte a pezzi: una parte va poi a ballottare incalderoni di rame, una parte stride allo spiedo... Questa pietanza Progne imbandisce a Tireo che nulla sospetta" (Ovidio, "Metamorfosi", VI, 636 ss - Enaudi, Torino, 2005, p. 242) |