miti germanici in italia
I MITI GERMANICI IN ITALIA

Abbiamo visto nella nostra ricerca sui longobardismi come in molti racconti, leggende e favole del pistoiese e dell'Alto Reno siano presenti tracce della mitologia germanica antica e abbiamo visto come queste tracce siano la prova della sopravvivenza nel nostro territorio di studio di antichi miti delle popolazioni germanico - barbariche (goti, longobardi e franchi) pervenuti fino a noi.

A nostro avviso, dunque, si rende necessaro un attento studio della tradizione folklorica italiana data la presenza di richiami in essa, a grande distanza cronologica oltre che geografica, di complessi (e non sempre univoci) riferimenti a tradizioni comuni fra le diverse stirpi germaniche. Indagine che dovrebbe partire sin dai primi monumenti della tradizione germanica in Italia se si pensa, a mero titolo di esempio, ai collegamenti sussistenti tra i miti della "Storia dei Longobardi " di Paolo Diacono e l'Edda Poetica: "Prendiamo ad esempio il caso della prosa che introduce la 'Canzone di Grimnir' (Grm.), nella quale si parla di un contrasto di opinioni fra Odino e la sua consorte Frigg, circa i loro pupilli Agnarr e Geirrodhr. Ebbene, in apertura della Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi) di Paolo Diacono (VIII sec.), si accenna alla medesima situazione di divisione dei favori fra le due divinità.
Odino protegge i Vandali, Frea (Frigg) i Longobardi. Come nella 'Canzone di Grimnir', così anche nel racconto di Paolo è Frea - Frigg che ha la meglio: il suo protetto riesce 'vincitore' rispetto al protetto di Odino... [Ancora] più solido è il legame fra il 'Carme di Thrymr' (Thrk.), dove alla strofa 17 si legge

mik muno aesir argan kalla
gli asi finiranno per chiamarmi invertito

e Paolo Diacono (VI, 24), dove l'epiteto 'arga' è usato ripetutamente in senso spregiativo. La spiegazione latina - certo eufemistica - del termine è messa da Paolo stesso in bocca allo sculdascio Argait: '...me esse inertem et inutilem dixeris et vulgari verbo arga vocaveris'. Si tratta evidentemente di un'offesa lesiva della dignità maschile in tutta l'area germanica, come risulta anche dalla Hildebrandslied (Canzone d'Ildebrando), verso 58, che ben si confà alla mentalità guerresca del periodo delle grandi migrazioni" (Piergiuseppe Scardigli, "Introduzione al  Canzoniere  Eddico"  in IL CANZONIERE EDDICO,  op. cit., pp. XVIII -XIX)