HOME PAGE: clicca qui

ALTO RENO TOSCANO (http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO)

PRO LOCO DI PONTE DELLA VENTURINA

ALTO RENO TOSCANO

IL DIALETTO DI PONTE DELLA VENTURINA

(Frazione di Granaglione)

PREMESSA

La frazione di Ponte della Venturina, con i suoi 1268 abitanti (al 10 agosto del 2000) è la più importante e popolata delle frazioni del Comune di Granaglione.

Nelle zone più settentrionali di questa frazione (come La Castellina), che risentono fortemente degli influssi della vicina Porretta, la parlata assume un colorito più marcatamente "emiliano" le cui spie più evidenti risultano essere la caduta delle vocali finali (ad esempio nel toponimo "Sas Ner") e l'uso della S sonora al posto della fricativa prepalatale sonora (es: Cà Brusà anziché Cà Brujà). Tuttavia pure in queste zone resistono importanti elementi linguistici di tipo toscano come l'assenza del vocalismo lungo.

Oggetto della nostra ricerca, in ogni caso, sarà la parlata del centro della frazione, dato che nello stesso si concentra la maggior parte della popolazione residente.

IL DIALETTO DI PONTE DELLA VENTURINA ALLO STATO ATTUALE

Al momento attuale (maggio 2004) anche il dialetto di Ponte della Venturina (come la gran parte dei dialetti dell'Alto Reno) sta scomparendo dato che solo poche persone anziane appartenenti alle famiglie storiche del paese (Vivarelli, Mucci, Mellini e, in particolare, i Borgognoni) lo continuano ad utilizzare.

CARATTERISTICHE DEL DIALETTO

Preambolo

Il dialetto di Ponte della Venturina risulta fin da un primo, anche sommario, esame strettamente imparentato con quella della confinante Pavana Pistoiese (difatto tra Pavana Pistoiese e Ponte della Venturina c'è un vero e proprio continuum urbanistico) con il quale condivide innumerevoli tratti sia a livello sinatttico che morfologico, oltreché lessicale e fonetico.

Lenizione

La prima, più evidente, caratteristica del Dialetto di Ponte della Venturina è la presenza della cosiddetta "lenzione", ovvero la sonorizzazione di - s - intervocalica e delle consonanti intervocaliche occlusive con esito p > v, t > d, k > g (es: dido anziché dito, figo, anziché fico, etc.).

E' importante osservare come questa caratteristica del dialetto di Ponte della Venturina risulti in perfetta consonanza con le parlate settentrionali italiane e, più in generale, con tutte le lingue della cosiddetta Romània Occidentale (francese, franco - provenzale, occitano, catalano, spagnolo e portoghese).

Degeminazione consonantica

Questo accadimento linguistico, detto anche "scempiamento consonantico", può considerarsi un episodio della lenizione, trattandosi di quel ben noto fenomeno per cui tutti i dialetti settentrionali tendono a ridurre a consonanti brevi (o semplici) le consonanti occlusive che nei dialetti toscani sono rafforzate (es: becco, cappa) o allungate (es: bello). Per cui a fronte dell'italiano gallina avremo il locale "galina". La degeminazione consonantica, per influsso della confinante Toscana, tuttavia viene applicata solo in parte per cui, diversamente da quanto avviene dal settentrione, le consonanti doppie cadono solo nel caso in cui la parola abbia più di due sillabe con la doppia consonante che precede la vocale accentata (per cui, ad esempio, avremo "pignatini" anziché un più toscano "pignattini", ma anche "gallo" al posto di un più 'emiliano' "galo").

Degeminazione vocalica

In perfetta opposizione alla degeminazione consonantica il dialetto di Ponte della Venturina, come tutti i dialetti dell'Alto Reno (porrettano incluso), non presenta il fenomeno delle vocali lunghe che in bolognese, al contrario, assurge all'importante ruolo di carattere distintivo delle parole (cfr. in bolognese "raggn" (regno) e "raagn" (ragno)). Queste caratteristica del dialetto di Ponte della Venturina è propriamente dei dialetti centromeridionali della penisola italiana (toscano compreso).

Vocali a fine parola

Un'altra caratteristica addebitabile al sistema linguistico della Toscana è la presenza del vocalismo a fine parola di "e" e di "o" che, al contrario, i dialetti settentrionali tendono sistematicamente ad eliminare (es: il locale "volpe" rispetto al bolognese "voulp"). Nel caso, tuttavia, del dialetto "ponteventurinese" questo fenomeno viene a cadere quando la "e" e la "o" finali sono precedute da -n (per cui avremo da un lato "brociolo", ma dall'altro "fruston", "pirin", etc.).

Dileguo delle vocali

Attribuibile, invece, al sistema dialettale Nord - Italiano è la tendenza complessiva alla scomparsa delle vocali che precedono o seguono, nella parola, la vocale accentata (es: mlon).

Lambdacismo

Anche nel dialetto di Ponte della Venturina è attestato quel singolare fenomeno di lambdacizzazione della geminata "rr" in "ll" in parole come "ramallo" per ramarro. Questo fenomeno, del tutto sconosciuto nei dialetti settentrionali, è, al contrario, attestato nel dialetto pistoiese (anche se nel pistoiese, per influsso settentrionale, il gruppo consonantico -rr- viene generalmente degimato in -r- semplice).

Affricazione pistoiese

La pronuncia del pistoiese, diversamente da quanto avviene nel fiorentino e nei dialetti settentrionali, presenta il fenomeno della affricazione della "s" che, dopo n, r, l, viene pronunciata "z" (es: il zole, l'inzalata). Questo fenomeno risulta assente nel dialetto di Ponte della Venturina che subisce, solamente, qualche sporadica influenza in posizione centrale delle parole (es: inzun anziché insun).

Sviluppo dei nessi latini cl e gl

Nel dialetto "ponteventurinese", come nei vernacoli toscani ed in italiano, i nessi latini cl e gl vengono sviluppati attraverso il meccanismo di palatizzazione di "l", dando così al nesso la caratteristica forma "chi" o "ghi". Nei dialetti settentrionali, al contrario, i nessi si conservano inalterati (ad esempio nel friulano) oppure spingono la palatizzazione ben oltre le condizioni toscane, estendendosi anche alla prima consonante: al posto del ponteventurinese "occhio" avremo, così, il bolognese "oc'".

Raddoppio di m intervocalico

Nel dialetto locale molto spesso la m intervocalica viene raddoppiata, dando luogo a forme del tipo "aldamme" (letame), "famme", "lumme". Questo fenomeno è comune sia all'area settentrionale che all'area lucchese - pistoiese. Legata al raddoppio di mm è poi la cosiddetta dissimilazione della geminata -mm- in parole come il pavanese e il pistoiese cambera e che pure risulta attestato anche nel ponteventurinese in parole come "cocombra" per cocomero:

"A questo si aggiunge l’altro fenomeno (anche questo ora scomparso nelle nuove generazioni) che colpisce le parole proparossitone come "càmera" detta "càmbera" , "sémola" detta "sembola", "prezzémolo" detto "prezzembolo", "Làmole" pronunziato "Lambore", " Gombito" per "gomito", "Cendere" per "cenere" "Rombice e Rombiciaio" per "romice e romiciaio" tutt'ora riscontrato nell'area più marginale della Garfagnana. È un fenomeno di dissimilazione della geminata MM in MB attraverso il passaggio CAMERA < CAMMERA > CAMBERA, ecc. e rappresenta la fase iniziale dell’eliminazione dei proparossitoni ereditati dal Latino in area soggetta ad influssi gallici; in effetti è uno di quegli strumenti di cui si sono serviti il Provenzale ed il Francese, ed i dialetti da loro influenzati, per l'eliminazione del ritmo proparossitono (CAMERA > chambre in Francia; LAMULA > Lambro attraverso la fase Làmboro nell’ Italia settentrionale ecc.)"

(G. JORI, "IL LINGUAGGIO DELLA MONTAGNA ALTA DI PISTOIA", in http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/dialettipistoiesi.msnw)

Prostesi vocalica

Si tratta di un fenomeno di recupero vocalico, presente in tutti i dialetti di matrice gallo - italica (emiliano, lombardo, piemontese, ligure), che consente di rendere meno difficile la pronuncia di certe parole che hanno subito la scomparsa della vocale della sillaba iniziale (es: aldamme anziché ldamme).

Fricativa prepalatale sonora

Si tratta di un suono molto particolare, ed affine alla "j" del francese "jardin", che compare quando ce, ci, ge, gi non iniziali vengono mutati in sibilanti. Avremo così "paje" anziché pace e "bajio" anziché "bacio".

Molto probabilmente la fricativa prepalatale sonora presente a Ponte della Venturina, e in buona parte dell'Alto Reno, è da interpretarsi come una evoluzione, in chiave settentrionale, di due esiti fonetici toscani: la particolare pronuncia di "g" in parole come il toscano "stagione" (quasi "stasgione") e la presenza del gruppo "sc" (fricativa prepalatale sorda) in parole come il toscano "fascioli" (cfr. G. ROHLFS, "Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti - Fonetica", Einaudi, Torino, 1999, pp. 283 - 284 e G. BERTONI, "Italia dialettale", Cisalpino Goliardica, Milano, 1986, p. 127).

Tendenza alla non dittongazione

A differenza di quanto avviene nel sistema linguistico toscano la e breve latina non passa al dittongo "iè", ma si risolve in una e semplice chiusa "é" per cui, ad esempio, l'italiano "mièle" viene reso con "méle". Talvolta, tuttavia, la pronuncia può presentare una soluzione di compromesso che prevede l'uso del cosiddetto dittongo lucchese - pistoiese "ié" (a Pistoia il numero di casi in cui si presenta questo dittongo si è oggigiorno molto ridotto) e si avrà, così, una forma intermedia del tipo "miéle".

Analoga tendenza alla non dittongazione la troviamo per la "uo" che viene resa o chiusa (es: fogo in luogo dell'italiano fuoco e del pistoiese "foho" (con o aperta)).La pressione della lingua nazionale italiana, invece, si fa sentire nell'occasionale sviluppo delle forme -aio in luogo di -aro, per cui avremo buiio invece di buro e botgaiio in luogo di botgaro, ma anche cucchiaro in luogo di cucchiaio

Mancato sviluppo della c e g in z

Un'altra importante caratteristica fonetica del dialetto parlato a Ponte della Venturina da addebitarsi ai dialetti di tipo toscano è il mancato sviluppo di c e g nella forma settentrionale z (es: il locale "giogo" rispetto al felsineo "zuugh").

Raddoppio sintattico

La parlata locale in concordanza coi dialetti nord - italiani non presenta il raddoppio fonosintattico.

Metafonia

Per metafonia, o metafonesi, s'intende l'alterazione del timbro di una vocale interna di una parola, volta a renderla meno distante o, addirittura, a identificarla con quello della vocale finale. Di tutti i dialetti della penisola italiana (settentrionali e meridionali senza eccezione) solo quelli toscani ne risultano privi. Il ponteventurinese s'iscrive, per questo importante elemento linguistico al tempo stesso fonetico e morfologico, tra i dialetti toscani.

Plurale maschile

Nel dialetto di Ponte della Venturina i plurali maschili vengono resi con -i a fine parola (es:occhi, ceji). Tale caratteristica che lo accumuna ai dialetti toscani è discordante dai dialetti settentrionali (che usano a tale scopo la forma -s a fine parola, ovvero la metafonia) ma è perfettamente concordante con il sistema linguistico della cosiddetta Romània Orientale (toscano, dialetti centro-meridionali, romeno, dalmata, parlate istro - rumene, megleno - rumene, arumene).

Pronominalizzazione obbligatoria del soggetto

Al posto delle forme toscane io, tu, egli il dialetto locale introduce le forme obbligatorie mi, ti a cui affianca , in luogo del bolognese "a", la particella "i" (es: "mi i t'arconto").

E' doveroso osservare che nell'individuare la particella "i" il ponteventurinese applica una scelta sincretica interessantissima dato che "i" è la forma del toscano arcaico per "io" ancora attestata in dialetti pistoiesi come quello di Montale. Per quanto riguarda la negazione, invece, il ponteventurinese si manifesta come un dialetto di tipo toscano, dato che la negazione può essere anche priva di ridondanza (es: mi n al so)

Numerali

Sempre all'insegna del sincretismo tra il "parlar toscano" e il "parlar emiliano" risulta essere la successione dei numeri:

ITALIANO (TOSCANO)

quattro

PONTEVENTURINESE

quattro

BOLOGNESE

quaater

PAVANESE

quattro

cinque cinque zenc(v) cinque
sei sée sii sée
tredici trégge tragg' trédge

Indicativo presente

E pure nell'uso dell'indicativo presente è immediatamente riconoscibile un qualche grado di mistura tra toscano ed emiliano

SAMMOMEANO (PT) PONTEVENTURINESE BOLOGNESE ITALIANO
io vo mi vo a vaag io vado
te vai ti t' va t vè tu vai
lu va lu al va al và egli va
noi si va (noi andiamo) noialtri anden anden noi andiamo
voi andate (voi ite) voialtri andaa andè voi andate
loro vanno lori i van i van essi vanno

Partecipio passato

I partecipi passati dei verbi, invece, vengono trattati secondo il modello emiliano e subiscono la cosiddetta "apocope" (o troncamento a fine parola) così da avere "avù" e "partì" in luogo di "avuto" e "partito".

Simile troncamento lo troviamo pure nelle parole in "ato/a", "eto/a", "ito/a" (es: frujà e non frujada).

Lessico

Un cenno particolare, infine, merita il lessico locale pieno di una rilevantissima quantità di toscanismi (brociolo, frujà), emilianismi (culora, aldamme), arcaismi e cultismi (ascaro), localismi (musaraggna), nonché di alcuni speciali relitti linguistici provenienti da una antichissima europa mediterranea e primitiva (ad esempio il relitto ligure anario "goja").

Conclusioni

Il dialetto di Ponte della Venturina, così simile al pavanese, può essere tranquillamente iscritto, come la quasi totalità dei dialetti altorenani, a un modello intermedio tra i dialetti di tipo toscano e i dialetti di tipo gallo - italiano (emiliano, lombardo, piemontese, ligure). Per questo genere di dialetti preferiamo alla ambigua denominazione di dialetto "alto appenninico" quella più immediata ed incisiva di "dialetto gallo - toscano".

***************************

ALLEGATO

Il questionario usato per questo studio:

E’ tendenza generale, anche il dialetto di Ponte della Venturina sta scomparendo! Ancora poche persone anziane lo parlano. Le famiglie storiche del paese: Vivarelli, Lenzi, Mucci, Mellini ed in particolare i Borgognoni, famiglie quasi del tutto scomparse, non si parla più il dialetto. Oggi il paese è popolato da diverse realtà, provenienti dallo stesso Comune di Granaglione e da diversi altri luoghi. Speriamo di aver svolto il lavoro come voi lo volevate, la volontà ce l’abbiamo messa anche se non è stato per niente facile. Le risposte che abbiamo omesso (le prime tre e le ultime quattro) è perché non abbiamo capito le domande o non sapevamo il significato. Rimaniamo comunque a disposizione per ulteriori chiarimenti al ns indirizzo di posta e, sperando di averVi fatto cosa gradita, porgiamo:

Distinti saluti

Mattioli Sandro e Petrucciani Mario

QUESTIONARIO SUL DIALETTO DI PONTE DELLA VENTURINA

La pronuncia locale di Ponte della Venturina è:

La pronuncia locale di Granaglione è:

Come si dice nel dialetto locale:

Gioco: giógo

Ragno: raggno

Regno: réggno

Fuoco: fógo

Occhi: oććhi

Sedia: scranna

Miele: mièle

Pace: paje

Pane: pan

Caldarrosta: frujà

io racconto: mi iarcόnto

stai buono: sta bόn

farfalla: farfalla

formaggio: formàiio

latte: latte

trota: tròta

volpe: volpe

letame: aldàmme

vado via: i vo’ via

voglio parlare con te: i vòiio parlar con ti

freddo: fréddo

ubriaco: briàgo

bue: bo’

melone: mlόn

nessuno: inzùn

fame: famme

mirtilli: pignatini

mela: méla

capra: cavra

croce: crόje

voce: vόje

rospo: bòtta

ramarro: ramallo

vino: vin

pulcino: pirin

cece: céce

ceci: céji

dito: dido

casa: cà

lucertola: lujèrtola

paura: paùra

sei andato a mangiare: t’se andà a magnare

il maiale mangia molto: al maiale al maggna dimόndi

luce: luje

talpa: musaràggna

io vado: mi vo’

tu vai: ti t’ vaa

egli va: lu al va

nocciola: culόra

noi andiamo: noialtri andén

voi andate: voialtri andaa

essi vanno: lόri i van

coperta: cuvèrta

quattro: quattro

cinque: cinque

sei: sée

setaccio: sdaccio

tredici: trégge

lume: lumme

moglie: mόiie

Pistoia:Pistόiia

Bologna: Bològgna

Nevica: al néva

Oggi nevica: όggi al néva

Uovo: όvo

Lievito: lévdo

Fiume: fiumme

Nipote: anvόde

cipresso: ciprèsso

diciannove: dejnòve

piangere: cridàre

oggi: όggi

ghiaccio: ghiaccio

paglia: paiia

capra: cavra

io ero: mi séro

tu eri: ti t’ éri

lui era: lu l’éra

noi eravamo: noialtri sérne

voi eravate: voialtri i séri

essi erano: lόri iérane

stavamo mangiando: a’ smagnàva

concime: concimme

il giorno: al di

le case: al cà

riposare: arposare

rispondere: rispόndre

scoiattolo: gòja

carta: carta

carte: al carte

ALTRI TERMINI RITENUTI INTERESSANTI

1. Da farsene un bréve (detto di una cosa senza alcuna importanza )( bréve = scapolare)

2. Trovare l’orso in gufolόn (trovare l’orso accovacciato: trovare una situazione favorevole, fortunata)

3. Al bugo d’ la Iacma (Iacma: da via Giacobèa, punto geografico locale dal quale si deducono le previsioni meteorologiche)

4. Pari o goffo (dal gioco "pari e dispari")

5. óvo barlaccio (uovo covato che non ha dato origine al pulcino)

6. Tòla e mandòla scossa al sakétto (rima impropria per dire: "è la stessa cosa)

7. L’ è un abrig’ go (è un aggeggio, un oggetto di poco valore)

8. Mòiio spólto (bagnato fradicio)

9. Caldo come un balòtto ( caldo come una castagna bollita scolata dalla pentola)

10. Acidénti al méiio ! ( accidenti al meglio, confronto tra due o più persone, o cose, per stabilire che nessuna è migliore di una o dell’altra)

DARE UNA SPIEGAZIONE AI SEGUENTI TERMINI

Cosa è il brocciolo? Piccolo pesce di fiume oggi ormai scomparso

Quale è la pronuncia locale di brocciolo? Bròciolo

Quale è il plurale di brocciolo nel dialetto locale? Brociòli

Cosa è il vizzadro? Rampicante selvatico, vitalba

Quale è la pronuncia locale di vizzadro? Vizàdro

Cosa è una raggia? Rovo coni fiori eduli dette more

Quale è la pronuncia locale di raggia? Ràggia

Cosa è una paterlenga? Il frutto della rosa canina

Quale è la sua pronuncia locale? Paterlénga o piterlénga

Quale è in dialetto locale il plurale di paterlenga? Paterlénghe o piterlénghe

Cosa è un frustone? Serpente non velenoso

Quale è la pronuncia locale di frustone? Frustón

Cosa vuol dire aschero? Desiderio, rimpianto, voglia acuta

Quale è la sua pronuncia locale? Ascaro

Cosa vuol dire bur? Non so

Cosa vuol dire buur? Non so

Cosa vuol dire ragn? Ragno?

Cosa vuol dire raagn? Non so