IL MAGGIO DEI REALI DI FRANCIA
(Maggio Dramamtico di Granaglione)
PAGGIO
Già che il ciel ci favorisce
d'essere giunti in questo mese
sì garbato e sì cortese
ogni cuor
di noi gioisce.
Gli uccelletti tutti quanti
fanno festa in questo mese
la loro gioia è a noi palese
dai lor dolci e vaghi canti.
Riveriti ascoltatori
con profonda riverenza
vi preghiamo darci udienza
e colmarci di favori.
Miei compagni incominciate
col bel dire il più galante
le persone tutte quante
lor vi dicon che cantate.
(Fioravante si presenta al Re padre, il cui nome è Fiorello)
Fioravante:
Io m'inchino, o eccelso sire.
Re:
Figlio mio che cosa chiedi?
Fioravante:
Cavalier come tu vedi
vorrei farmi per schermire.
Re:
Figlio mio non sei capace,
perché ancor non hai studiato
va' là dentro allo steccato
con la spada e con la lancia.
Asalardo vo' mandare
che qua venga da maestro
lui ti possa render destro
per poter tu guerreggiare.
Fioravante:
son contento, padre mio,
che il maestro mi cerchiate
là a combatter mi mandate
e di questo ho grand disio
(il Re si rivolge al servo).
Re:
Là mio servo tu andrai
da Salardo immantinente
Servo:
Io son pronto ed obbediente.
Re:
Che qua venga gli dirai
(il servo si reca da Salardo)
Servo:
Io ti faccio riverenza
il mio Sir di gran potere
mostrerebbe gran piacere
di veder la tua presenza.
Salardo:
Va ritorna al tuo signore
digli pur che sono pronto
a servirlo in ogni conto
e a servirlo con fervore
(il servo ritorna dal Re)
Servo:
Di Bretagna, magno sire,
sono tornato nel momento
e Salardo assai contento
ha promesso di venire
(Salardo giunge ala presenza del Re)
Salardo:
Gran Corona, son venuto
a far quanto m'imponete
poi mi perdonerete
se non faccio il mio dovere.
Re:
D'insegnare a Fioravante
lo schermire tuo mestiere
già che impara volentier
va cammina in quest'istante.
Salardo:
Io farò, Sacra Corona
isegnar ciò che volete,
ma vi dico e lo vedrete
non sarà mai cosa buona.
Fioravante a mio potere
non vorrà tosto restare
dimmi allor cos'ho da fare
dimmi e faccio il tuo volere.
Re:
Te lo giuro e ti prometto
in presenza a questa gente
se non ti sarà ubbediente
gli farò spaccare il petto.
Or Salardo tu andrai
nel giardin fuor di Parigi
non facciamo altri litigi
farai tu quel che vorrai.
Salardo:
vado via in su l'istante
nel giardin predestinato
a schermir nello steccato
col tuo figlio Fioravante.
Fioravante:
Partiam dunque immantinente.
Re:
Parti dunque figlio amato
dei tornare ammaestrato
cerca di stare obbediente.
Salardo:
Andiam dunque, o Fioravante,
nel giardin che il re comanda
e tu porta una ghirlanda
per la giostra assai galante.
Fioravante:
Andiam dunque, maestro mio,
che io vengo volentieri
dalla scherma il buon mestiere
d'imparare ho gran desio.
(Giunti nel giardino fuori Parigi, Salardo inizia ad insegnare a Fioravante)
Salardo:
Ho lestezza ed ho grand'arte
a schermir per ogni verso
o di diritto o di traverso
or di punta e or di parte
(Finito di schermire)
Caro figlio stanco sono
andiam pure a riposare
che per troppo faticare
sulla terra mi abbandono
(Si addormenta Salardo, ma inizia subito a russare così che Fioravante non riesce a dormire).
Fioravante:
Vecchio indegno impertinente
ah! mi sembra un animale
non ho mai sentito uguale
di fiatar si brutalmente.
Se non fosse quel rispetto
che mio padre d'alta corte ti darei un'acerba morte
senza farti alcun dispetto.
Pur mi voglio vendicare
e tal sia il tuo tormento
voglio tosto sotto il mento
la tua barba a te tagliare
(tagliata la barba si allontana e Salardo si sveglia)
Slardo:
Ah crudel più d'un seprente
che la barba hai a me tagliato
vo' cercarti
in ogni lato
voglio farti assai dolente
(Salardo ricerca Fioravante e infine lo trova addormentato)
Salardo:
Cerca cerca ti ho trovato
a dormir tu te ne stai
e pel mal che fatto m'hai
io ti voglio tagliar il capo
(Salardo ci ripensa)
Che diran di mia persona
se uccido un che dorme
ho pensato a miglior forme
voglio andar dalla corona.
Questo è stato Fioravante
che mi ha fatto un tale oltraggio
voglio andare e con coraggio
da suo padre in questo istante.
(Salardo si reca dal Re).
Salardo:
Non lo dissi, o mio Signore,
quel che già dovea seguire
nel giardino ero a dormire
e ho avuto un tale oltraggio.
Il tuo figlio maledetto,
guarda come mi ha trattato
e la barba mi ha tagliato
col coltello per dispetto.
Re:
Te lo giuro al cielo in faccia
ne farò aspra vendetta
questa cosa a me rispetta
e non voglio alcuna taccia.
Or ven qua tu giustiziere
va a pigliarmi quel ladrone
dei punirlo e con ragione
questo a te sia di mestiere
(il giustiziere va in cerca di Fioravante e lo trova dormiente: lo disarma e lo incatena).
Giustiziere:
Or ven meco Fioravante
che per ordin di Sua Altezza
deo condurti
e con prontezza
presso lui in questo istante.
Fioravante:
Giustiziere perfido e ingrato
che legato così forte
ringraziar tu puoi la sorte
che a dormire mi hai trovato
(il giustiziere conduce Fioravante incatenato davanti al Re)
Giustiziere:
Ecco qua il suo Fioravante
che condotto noi l'abbiamo
per comando suo sovrano
l'ho portato a lei davante.
Re:
Hai sentito giustiziere
il comando che t'ho dato
Fioravante sia impiccato
vai a fare il tuo mestiere
(Fioravante s'inginocchia davanti al padre e l'implora)
Fioravante:
Deh pietà!!
Re:
La chiedi invano
Fioravante:
Caro padre!!
Re:
Figlio ingrato.
Parti tosto, sia menato
alla morte il disumano
(il giustiziere conduce Fioravante alla morte, ma incontrano la Regina)
Regina:
Chi è quel giovinetto
che sì presto va alla morte
come mai la triste sorte
l'ha condotto a tale effetto
(Fioravante riconosce la voce della madre)
Fioravante:
Cara madre è il tuo figliolo
che condotto dal destino
pregherai per me il Divino
che mi scampi dal periglio.
Regina:
Giustiziere un poco aspetta
che io vada da suo padre
a pregarlo come madre
a placar l'aspra vendetta
(La regian va dal re per chiedere la grazia per Fioravante)
Regina:
Io me ne vengo in ginocchioni
ai tuoi opiedi, alta corona,
e del figlio la persona
prego voglia liberare
Re:
Oh Regina, il tuo dolore
compatisco e ne cordoglio
ma la grazia far non voglio
a un tal figlio traditore.
Regina:
Di tu figlio almen la vita
deh! Perdona e vado in pace.
Re:
Vanne
non le posso dare aita
(La regina va da Salardo)
Regina:
Vi prego, duca onorato,
voi andate alla Corona
di mio figlio la persona prego voglia liberare
Salardo
Per lo spregio e il disonore
che tuo figlio venne a fare
pur lo voglio perdonare
vo' dal re con tal tenore
(Salardo si reca dal re per chiedere grazia)
Salardo:
Deh prometti, o gran Regnante,
che lui parta dalla corte
e si tolga dalla morte
il tuo figlio Fioravante.
Re:
E a te solo ormai rimesso
fai pur quel che ti pare
e se l'hai a perdonare
questa grazia sia concessa
(La regina va da Fioravante)
Regina:
Che sia tosto dislegato
il mio figlio da catene
vien figlio, amato bene,
sei del tutto liberato.
Fioravante:
Vi ringrazio cara madre,
che mi avete liberato.
Regina:
Dalla morte figlio amato
va ringrazia il tuo buon padre
(Fioravante va dal Re)
Fioravante:
Caro padre più non tardo
e pietà, perdon vi chiedo
Re:
Io tal grazia non concedo
la concede il gran Salardo
(Fioravante si rivolge a Salardo)
Fioravante:
Vi ringrazio difensore
che mi avete dato aita
mi salvaste voi la vita
vado via con rossore.
Salardo:
Di tua madre ebbi pietade
e ti tolsi dalla morte
esiliato or sei da corte
fuori dalla cristianitade
(Fioravante va da sua madre)
Regina:
Addio parti, o caro figlio,
io rimango qui piangendo
di tuo padre il bene intendo
e dal regno ha tu l'esilio.
Fioravante:
Su non pianger, madre mia,
partir devo, ma spero un giorno
a mio padre far ritorno
con vittoria ed allegria
Regina:
Io ti darò buona armatura
elmo, scudo e sopraveste
e la spada disumeste
di che ognuno avrà paura
(Fioravante bacia la madre)
Fioravante:
Addio cara madre.
Regina:
Dio ti salvi caro figlio
d'ogni pena e d'ogni periglio
d'ogni sorta d'armi e s quadre
(Fioravante parte per l'esilio. Rizieri suo carissimo amico che era fuori Parigi, sentiti i fatti accaduti, ritorna in citttà e trova la regina piangente).
Rizieri:
Dite in grazia, mia signora,
or se è morto Fioravante
che vi trovo sì smaniante
e piangente su quest'ora.
Regina:
O Rizieri, il mio figliuolo
sul più bello dell'etade
fuor dalla cristianitade
deve andare solo solo.
Rizieri:
Se credessi di girare
tutta quanta la Turchia
sin che può la forza mia
io lo voglio ritrovare
Io mi parto e vado via
tutto quesro a voi prometto
Regina:
Vai, da solo sj benedetto
col mio figlio in compagnia
(Fioravante, e poi anche Rizieri hanno lasciato Parigi. Nel frattempo la figlia del re di Dardena, il cui nome è Uliana, è uscita dalla città (Dardena) ed è andata ad una festa nei giardini. Ma due Saraceni sopraggiungono e l'osservano senza essere visti).
Saraceno:
Vedi tu quella fantina
sta cogliendo quel bel fiore
va a pigliarla e con pudore
per condurla in Palestina
(Uliana non si è accorta dei due Saraceni)
Uliana:
O che gaudio o che gioire
nel giardin fra due bei fiori
gran soavi e graditi odori
Saraceno:
Or con noi dovrai venire
(I Saraceni rapiscono Uliana e la conducono con loro. Mentre Uliana viene portata via scorge un cavaliere con lo scudo crociato, perciò cristiano, che in realtà è Fioravante, suo cugino. Ma ella non lo riconosce).
Uliana:
Cavaliere dei cristiani
io ti prego in cortesia
di salvar la vita mia
dalla man di questi cani
Fioravante:
Damigella non temere
il mio spirito decante
anche fossero in cinquanta
tutti a pezzi dovran cadere.
......
(Fioravante combatte i Saraceni e libera Uliana)
....
Uliana:
Ti ringrazio cavaliere
che si presto liberata
dalle mani mi hai salvata
da quei turpi cani e fieri.
Fioravanti:
Damigella te lo giuro
che ti voglio rimenare
a tuo padre a ritrovare
e di questo ti assicuro.
(Fioravante e Uliana si avviano e incontrano un cavaliere saraceno di nome Finaù. Finaù li ferma)
Fianù:
Cavalier di dove sei
dove meni questa dama
non facciamo alcuna trama
te la chiedo e la vorrei
Fioravante:
Cosa tenti empio ladrone
la mia patria e la donzella
questa spada sarà quella
che difenderà il suo onore.
Finaù:
Con la spada mia madama
vò sbranarvi fino al cuore.
Fioravante:
Prendi questo traditore!
Finaù:
Il vigore in me si scema
... Soccorso o miei scudieri
a me datemi soccorso
mentre adesso sono rincorso
da un cristiano cavaliere.
Scudieri:
Fermi là che siam venuti
in aiuto del padrone
tu sarai nostro prigione
se non trovi chi ti aiuta.
....
(Gli scudieri legano Fioravante ed insieme a Finaù e alla damigella escono di strada. Nel frattempo sopraggiunge Rizieri)
...
Rizieri:
O qual voce d'un guerriero
che a me sembra di cristiano
prender voglio l'arme in mano
e dar sfogo al mio pensiero
(Rizieri con la spada in pugno raggiunge Fioravante mentre viene frustato).
Rizieri:
Fermi là io son Rizieri
che qua vengo in quest'istante
caro amato Fioravante
pronto sono ai tuoi voleri.
Io solo sarò bastante
contro sì barbara gente.
...
[Fioravante è liberato da Rizieri e insieme salvano la damigella da Finaù]
...
Fioravante:
Or conviene palesare
la tua patria, quale stato
acciò noi dal padre amato
ti possiamo accompagnare,
Uliana:
Del Re di Dardena
fui presa nei giardini
da due cani saracini
fui privata d'ogni bene.
Fioravante:
Sù si parte verso il Regno
di Dardena la cittade
a suo padre per pietade
riportiamola qual pegno
(i tre si avviano verso Dardena).
Uliana:
Son vicina al padre amato
in suo termine cammino.
(Sopraggiunge un cavaliere di nome Tebaldo, promesso sposo di Uliana)
Tebaldo:
Bella dama a voi m'inchino!
Uliana:
Oh Tebaldo ben trovato.
(Infine il quattro giungono in presenza del re di Dardena, di nome Fiore, padre di Uliana...)
...
Uliana:
... Questi bravi cavalieri
mi han per forza riscattata
dalle mani mi han salvata
da dei turchi cani e fieri.
...
Re:
Cavalieri fatto mi avete
gran piacere di riscattarla
se volete voi sposarla
grande onore a me farete.
Fioravante:
Io non merito tanto onore
vi ringrazio eccelso Sire
mi dovete compatire
la darete a quel Signore.
Per isposa la daremo
a Tebaldo cavaliere
lui la prende volentiere
e contento lo faremo
Il Re a Tebaldo:
Per virtà di questa gente
quesa alfin sarà tua sposa...
...
(il Re prende Fioravante per la mano)
Re:
Per compenso cavaliere
io ti prendo per la mano
e ti faccio capitano
già di tutte le mie schiere.
Fioravante:
D'essere fatto capitano
sì l'accetto volentieri
già che sono i miei pensieri
di far guerra al gran Sultano.
Andiam dunque o cavalieri
poi ché sono capitano
a far guerra al gran Sultano
a quei tartari in Algeri.
...
Rzieri:
Son contento e con prestezza
partiam dunque allegramente.
...
[i due figli del Re Fiore, Leone e Leonello, invidiosi di Rizieri si vendono al Sultano e diventano traditori. Con uno stratagemma riescono a fare prigionieri Rizieri e Fioravante e li portano davanti al Sultano]
...
Sultano:
Dite franco capitano
da che parte voi venite
vostro nome a me lo dite
perché siete nelle mie mani
Fioravante:
Il mio nome è Fioravante
questo è il mio caro Rizieri
siam di Francia cavalieri
lo diciamo a te davante.
Sultano:
Or menateli in prigione
nella torre del profondo
che non tornino più al mondo
e a mia figlia li affidate.
(vengono portati in prigione da un turco).
Turco:
Or per voi sarà finita
di fa guerra al gran sultano
nella torre vi metteremo
là farete vostra vita.
(Dopo averli chiusi in prigione il turco porta la chiave a Desolina, figlia del sultano)-
...
Desolina:
... Vi saluto cavalieri
son venuta a visitarvi
questo è tutto il mio pensiero
e vi porto da mangiare
...
Desolina a Fioravante:
Io mi trovo innamorata
di te, cara anima mia
se non m'ami la vita mia
sarà sempre tribolata.
Fioravante:
Quel che brani io voglio fare
l'amor mio tu tieni in seno
e così contento e pieno
che ti voglio battezzare...
(Desolina si inginocchia e Rizieri la battezza)
...
Fioravante:
Or che sei tu battezzata
porgi a me la destra in pegno
che di amore è un grato segno
e sarai da me tu amata.
Riziri:
Prenderai or tu la cura
di levarci di prigione
questo è fatto tuo campione
e di lui stanne sicura.
...
[Tebaldo, nel frattempo, si reca dal Re Fiore]
Tebaldo:
A te vengo in affezione
e ti dò novelle triste
di una cosa poco bella
Fioravante è in prigione.
E Rizieri paladino
ancor lui là si ritrova
son quei due che tua figliuola
ricondussero al destino.
Re Fiore:
Signor mio che cosa sento
di quei nobil cavalieri!
Tebaldo:
Son rimasti priogionieri
dal Sultano a tradimento
Per virtù dei tuoi figliuoli
son rimasti prigionieri
che la fede han rinnegata
quei due birbi pien di duoli.
(il Re si dispera)
Re Fiore:
Maledetti i miei figliuoli
se la fede han rinnegato
or mia vita è tribolata
da gran pene e grandi duoli.
Or voi andrete in Francia
che ci mandino soccorso
gli vo' far provare il morso
della spada e della lancia
(Tebaldo va in Francia dal re Fiorello).
Tebaldo:
Di Dardena son venuto
sol per farvi un'imbasciata,
ma sarevvi poco grata
un gran caso è intervenuto.
Son rimasti prigionieri
del Sultano a tradimento
dove prova un gran tormento
Fioravante con Rizieri.
...
Re:
Ahimé, che cosa dici
dunque noi cosa faremo?
Con il campo là andremo
a soccorrer que due infelici.
...
Su si parte e prontamente
dir di nuovo che noi andiamo
in aiuto al gran sovrano
e a salvar il mio figliuolo
(il re di Francia arriva a Dardena e il re Fiore gli si fa incontro: erano fratelli).
....
Fiorello:
Fratel mio frenate il duolo
che quaggiù noi giunti siamo
per soccorrer voi sovrano
e salvare il mio figliuolo.
...
(Fiore e Fiorello con l'esercito partono verso Belda dove era il Sultano. Un turco di guardia corre dal Sultano).
Turco:
Signor mio che cosa sento
un grandissimo rumore
che mi mette gran terrore,
gran paura e gran spavento.
Sultano:
Cosa credono di fare
quei cristiani rinnegati
per venire nei miei stati
la lor vita hanno a lasciare.
...
(Tebaldo con la prima schiera dei Cristiani si scontra con la prima Saracina capitanata dai traditori Leone e Leonello. Tebaldo affronta per primo Leonello dicendo)
Tebaldo:
Traditori rinnegati
come avete tanto ardire
contro il padre di venire
a far guerra, scellerati.
Razza iniqua e pien d'ardire
or per voi non v'è speranza
col mio ferro e mia possanza
vi farò presto muorire...
Leonello (cadendo):
Muoio omai non v'è più scampo
(Si fa avanti Leone)
Leone:
Pagherai, o vil fellone,
l'uccision di mio fratello.
Tebaldo:
Spero a te far come a quello
prendi campo empio fellone.
Leone:
Non più pace, guerra, guerra!
Tebaldo:
Traditor non hai più scampo.
Prendi questo colpo intanto
e coll'armi cadi a terra
(Si fa avanti il sultano Balante)
Balante:
Chi sei tu fammi palese-
Tebaldo:
Son di Francia cavaliere.
Belante:
Or di me sei prigioniere.
Tebaldo:
Sarà questa la mia difesa-
Belante:
Temerario traditore
anche a me vuoi star celato
prendi questa scellerato
vuò svenarti.
Tebaldo (cadendo)
Ah, che dolore!
(si fa avanti Fiore contro Belante)
Belante:
Re Belante ecco in persona
che da Balda si è partito
di far guerra ha stabilito
perciò invita a tua corona.
Fiore:
O via prendi sei del campo
niente cura tua arroganza.
Balante:
Col mio ferro e mia possanza
non potrai aver più scampo
Or t'arrendi o t'uccido.
Fiore:
Prima il sangue andrà in terra-
Belante:
Prigionier sarai di guerra
Fiore:
Non lo sia, perfido infido.
Ben che sei di me più forte
io non ho nessun timore
spero poi tutto l'amore
Balante:
E per questo ti dò morte
(muore anche Re Fiore)
(Si fa avanti Fiorello Re di Francia e si scontra con Balante...)
...
Balante:
Re di Francia arci rogante
vò punirti in questa guerra.
...
(Durante il combattimento Desolina va alla prigione di Fioravante e Rizieri. Fioravante le va incontro e le dice)
Fioravante:
Alma mia diteci un poco
qual rumore in veritade
si è sentito per le strade
gran bisbiglio
in ogni luogo.
Desolina:
E' arrivato presso Balda
il gran Re della gran Francia
con i suoi di gran possanza
molto forte e assi gagliardo.
Fioravante:
Vi preghiamo in cortesia
le nostr'armi riportare
se volete accontentare
noi vorremmo ora andare via.
Desolina:
Ve lo porto volentieri,
miei signori, non mi scordate
ne la mente sempre mi abbiate
o miei bravi cavalieri
(Porta le armi)
Desolina:
Ecco l'armi o miei signori,
vostro scudo e forte brando
e mio padre vi raccomando
di salvarlo per amore.
Fioravante:
Te lo giuro e ti prometto e noi avremo la vittoria
ti faremo sempre gloria
e di questo ti assicuro
(A Rizieri)
Alto in campo, o buon Rizieri,
prendi in mano il ferro nudo
e nell'altra il forte scudo
manda in pezzi armi e cimieri
(arrivano sul luogo della battaglia e vi si gettano in mezzo)
Fioravanti e Rizieri:
Ah! furfanti traditori
in prigione più non siamo
trapassiamo il cuor vogliamo
e purgare i vostri errori.
Con la spada e con la lancia
noi faremo la giustizia
punirem vostra malizia
che usate a noi di Francia
Balante:
Maometto dacci aita
e soccorrici in quest'ora!
(Fioravante lo colpisce e lo disarma)
Fioravante:
Per amore di tua figlia
oggi a te salvo la vita.
Maometto maledetto
siete nostri prigionieri
turpi cani inqui e fieri
Più non giova Maometto.
Balante:
CI mettiamo in vostre mani
valorosi cavalieri
e di noi assai più fieri
ne veniamo a voi cristiani
Fioravante:
Tutti evviva noi diremo
al gran Re dell'alta gloria
che ci ha dato la vittoria
e di cuor Lo ringraziamo.
Or per me voglio bel tempo
già che in pace è ogni cosa
vado tosto dalla mia sposa
e a far si cuor contento.
O mia vita, o mio tesoro!
Oggi è giorno di contento
sia scacciato ogni tormento
e por fine a ogni mortoro
Desolina:
O mia vita, o mia speranza, o mio franco capitano,
dammi in pegno la tua mano
e con te io vengo in Francia.
Fioravante
Su si parte e non tardiamo
tutti quanti allegramente
con la nostra fida gente
nella Francia ritorniamo.
Paggio:
Il bel Maggio è termianto
nobilissimi signori!
Scuserete degli errori
e se avessimo mal cantato
(Si ripete tutti insieme: “Il bel Maggio è terminato!”).
FINE