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Modi di dire ed espressioni all'Orsgina secondo l'Atlante Lessicale Toscano (più un link per vedere foto della porzione pistoiese della Valle dell'Orsigna): cliccando qui

DUE CANTE E UN CONTRASTO DALL'ORSIGNA PISTOIESE


                        I

Valle natia. Non vi riconosco
non assomigli a quando ero bambino
la foresta dei prati ha preso il posto
ma non vi è più farfalla né uccellino
nei miei ricordi vedo questa valle
rattoppata da campi seminati
Miriadi di fiori con farfalle
giovani e ragazzine per i prati...

Qua e là ovili, punti di ritrovo
sia delle genti come degli armenti
Un dire vecchio appariva nuovo
rinsaldava la pace tra le genti...

Lungo il torrente, i broccioli, le trote
ombreggiavano fino alle sorgenti
bottacci e gore mai furono vuote.
L'uomo che dice bella questa valle
non valuta cos'era nel passato.
Abbandonando greggi,  prati e calle
le radici di vita si è tagliato.

(canta letta ad Orsigna nell'aprile 2006)

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                II

LA CANTA DEI MESI

Io son Gennaio bello
l'ho imbiancata la montagna
l'ho imbiancata col pennello.
Io son Gennaio bello

Di Febbraio non si balla
perché c'è la fosforina,
di quel mese non si sbgalia
DI Febbraio non si balla

Io son di Marzo che credo,
la mia Moglie l'ho in del letto,
io son lì che la rivedo.
Io son Marzo che credo.

Io son April fiorito,
l'ho fiorita tutta la terra,
 e da tutti son gradito.
Io sono April fiorito.

Io son Maggio dai fiori,
porto conme la ghirlanda,
rosi e bozzoli d'ogni banda
e la rosa dei cento odori.
Io son Maggio dai  fiori.

Io son Giugno che taglia,
l'ho tagliata la montura,
l'acqua fresca e la verzura,
la semenza dalla paglia.
Io son Giugno che taglia

Io son Luglio che batto,
tutto il giorno sto nell'aia
e dal sol diveto matto,
Io son Luglio che batto.

Io sono Agosto che pesco,
l'ho pescati due pesciolini,
tutti e due d'una semenza
Io son Agosto che pesca.

Io son Settembre al mese,
dove van le rondinelle?
Se ne vanno al suo paese,
Io son Settembre al mese.

Io sono Ottobre stracco,
son tornato dalla caccia,
l'ho portato un uccellaccio
Io sono Ottobre stracco

Son Novembre dopo Ottobre,
tengo il vino in delle doghe
tengo il vino in delle doghe
Son Novembre dopo Ottobre

Son Dicembre crudo crudo,
se non mi vesto sono ignudo,
se non mi vesto sono ignudo
Son Dicembre crudo crudo.

(tradizionale di Orsigna raccolta da Rita Beherucci Corrieri)

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DALLA SERIE DEI "CONTRASTI" TRA ABITANTI DI MARESCA E ORSIGNA DEL 1999

A Orsigna d'estate abbiam aria asciutta e fresca
di monti una corona senza fine
che abbelliscon pure l'alta valle di Maresca
se si sale di molto verso il crine.
D'estate i villeggianti son così tanti
che le case disponibili non son bastanti
tutti contenti si rilassano all'aria salutare
per quell'intenso verde che Orsigna ancora può donare
perché la nostra valle non è fatta di cemento.
Dentro le case non si sente alcun lamento
anche se sono ancora tutte in pietra
perché la nostra non è una valle tetra.
Riguardo poi il canuto Tiziano
come a qualunque nostro paesano
tutti da sempre gli abbiam voluto bene
essendo stato giovane assai perbene.
Ma più c'è caro or che è adulto e famoso
perché non è affatto ostico o borioso.
Il premio letterario è vero avete voi
ma un altr'anno, ci scommettiamo, lo vinceremo noi!

Ma in fondo che senso ha farsi la guerra
fra gli alti monti alpestri della nostra terra?
Son tanto vicini i nostri borghi calmi e silenti
che forse alcun di noi siam anco parenti.
In cima alle du' valli a Pian della trave
i faggi dell'Orsigna e di Maresca son piante brave
con le fronde s'abbracciano tranquilli
e non fan come noi gli imbecilli
che ci facciamo guerra fra persone grame
che d'inverno muoion tutte di fame.
Di fame e di solitudine si muore in montagna
e non ci salva neanche la castagna;
a metter cartelli giusti o sbagliati pensan le istituzioni
e non a cercar per chi vive in montagna soluzioni.
Vengon quassù senza rispetto per le nostre valli
a scriver cartelli pien di sbagli
e poi s'allietano a guardare
i popoli di valli confinanti leticare.
Il vostro fiume e il nostro sono affluenti
del Reno in cui si gettano irruenti:
si riuniscono e insieme danno voce
ad un gran turbinio d'acque fin alla foce.
Così abbiamo da far noi: uniamoci
per far sentir di più le nostre voci
non per i cartelli bensì per i bisogni di un popolo
che d'inverno riman sparuto e solo.
I nostri diritti dobbiamo reclamare
di fronte a chi ci vuole comandare
ma non ci riconosce neppure il diritto
di avere il nome della nostra valle sul cartello scritto.
Qui finisca per me questa tenzone
col tarlo col baco e col ronzone.
Ma poi se ce la vogliam spassare
continuiamo pure a poetare
sul cartello o su altro a non finire
così ci potremo ancora divertire.

                        il Maggerino dell'Orsigna