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CENNI DI ARCHITETTURA LOCALE

Alto Reno Pistoiese

VIVAI

Di queste costruzioni ne rimane qualche esemplare (es: Corniolo). All'interno venivano messi i pesci presi vivi con le nasse o con le mani. Poiché in questo ambiente l'acqua corrente era molto fredda il pesce poteva rimanere vivo anche per parecchio tempo. Il pesce poi veniva prelevato in base alle esigenze della famiglia.

LAVATOI

Costituivano una caratteristica comune alla maggior parte degli insediamenti montani. Qui la gente poteva lavare i propri panni e attingere l'acqua, ma al tempo stesso costituivano un luogo d'incontro per l'intera comunità.

FONTANE

La presenza di tanta acqua significa anche la presenza di fontane, a volte simili a vere e proprie "verginine", mostrando così il valore quasi mistico ad esse attribuito.

POZZI

In presenza di tanta acqua in superficie i pozzi sono più rari, nell'Alta Valle del Limentra Orientale se ne trovano alcuni a Balibu, Castellone e Chiapporato, dove il loro principale scopo era quello di consentire di innafiare i campi e far abbeverare gli animali. Da ricordare nell'Alto Reno bolognese il piccolo pozzo (ormai diroccato) posto tra Madognana e il Monte della Croce

BURRAIE

Esistono un paio di "burraie" a L'Acquerino e a Cascina di Spedaletto. Le burraie venivano costruite sopra una sorgente la cui acqua era incanalata in condutture di pietra distribuite lungo le pareti. Le burraie venivano realizzate in luoghi in cui veniva allevato molto bestiame che poteva assicurare la produzione di latticini anche per il mercato.

CANICCI O METATI

Trattasi di seccatoi per le castagne, cerca il mangiare dei montanini per saperne di più.

MULINI

In funzione non c'è ne sono quasi più [fra i pochi da ricordare quello del Randaragna e quello di Fossato], essi sfruttano l'acqua corrente deviata, attraverso un canale (gora), a un bacino di raccolta (bottaccio). Per maggiori informazioni si consiglia di leggere "Le parole del Mugnaio" di Francesco Guccini (Nueter, XXI, 1995). clicca anche su il mangiare dei montanini.

CARBONILI

Erano costruzioni destinate a mantenere il carbone prodotto dalla combustione della legna nelle carbonaie.

STALLE

Vicino ai pascoli si trovavano grandi o piccole stalle che servivano come riparo per gli animali al piano terreno e come fienile al piano superiore.

GHIACCIAIE

Un esempio di ghiacciaia è presente a Casa Gherardini (nei pressi di Spedaletto) trattasi di una piccola ghiacciaia in quanto nelle valli del Limentra (a differenza dei San Marcello Pistoiese) non vi era una produzione "industriale".

VERGININE

Le verginine erano poste ai margini degli incroci o dove il sentiero cambiava direzione. Sui tabernacoli si trovavano spesso una breve scritta, la data di costruzione e le inziali dei costruttori

GUALCHERIE E FERRIERE

Un esempio di insediamenti protoindustriali riguarda le ferriere (quella di Monachino fu nel '600 fu considerata d'importanza granducale) e le gualcherie che sfruttavano l'acqua anche per il procedimento della "follatura". Tra le gualcherie si ricorda quella dell'Acqua.

CAPANNE

In vaste zone della montagna pistoiese (da Marliana a San marcello Pistoiese) si perpetua la tradizione di realizzare delle capanne le cui fattezze e tecniche di costruzione risalgono al tardo neolitico.
Di tali capanne si occupa il libro di G. Jori sulla "Alta Montagna Pistoiese" (Firenze 2001, pp. 24, 26 – 27) sostenendo che la loro sopravvivenza "denota una economia di tipo pastorale".
Anche in Alto Reno troviamo almeno una costruzione simile a queste: un rifugio di pastori a Chiusoli (cfr la copertina del numero di dicembre 2002 di Nueter e p. 25 del libro di B. Homes sull’Alta Limentra Orientale (Porrett Terme – Pistoia, 1996). La capanna di Chiusoli è dunque una testimonianza di grande interesse, sia perché attesta l’antichità della presenza umano in Alto Reno, sia perché comprova i forti legami della nostra terra con la terra di Toscana


LE TESTIMONIANZE DELL'ARCHITETTURA RELIGIOSA IN ALTO RENO

Anche in Alto Reno, come in tutta Europa, si assiste tra lo XI e il XIII secolo alla realizzazione di Chiese Romaniche, realizzate in "Opus Quadratum", da maestranze lombarde provenienti dalla Toscana. A distanza di secoli ancora oggi permangono testimonianze di questa stagione storica che, nell'ambito religioso, possiamo così riassumere:

PIEVI

San Quirico e Iulitta (Casio, Castel di Casio): Resti inclusi nella Chiesa attuale

San Mamate (Lizzano, Lizzano in Belvedere): Reperti e Delubro Bizantino

San Pietro (Pieve di Capanne (ex Succida), Granaglione): Resti inclusi nella Chiesa attuale

CAPPELLE

Santo Stefano (Bibiano, Castel di Casio): Ruderi

San Biagio (Casio, Castel di Casio): Resti inclusi nella Chiesa attuale

San Tommaso (Costozza, Camugnano): Resti inclusi nella Chiesa attuale

Santa Maria (Gabba, Lizzano in Belvedere): Sostanzialmente Integra

San Michele (Gaggio, Gaggio Montano): Resti inclusi nella Chiesa attuale

San Michele (Stagno, Camugnano): Resti inclusi nella Chiesa attuale

San Pietro (Vidiciatico, Lizzano in Belvedere): Base del campanile e resti

ABBAZIE

San Salvatore (Fontana Taona, Sambuca Pistoiese): Reperti

OSPITALI

Sant'Ilario (Monte di Badi, Castel di Casio): Parzialmente conservata

San Bartolomeo (Spedaletto, Pistoia): Integra


GOTICO D'ALTO RENO

Del periodo romanico abbiamo già parlato, ma anche per le altre epoche abbiamo esempi pregevoli di opere: Per il barocco basta pensare alla Chiesa di San Michele Arcangelo di Treppio, il cui stile ricorda alcune chiese pistoiesi, ma dell'età gotica poco rimane. Uno dei rari esempi è la bella bifora della rocca di Sambuca

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