PREMESSA
Ad
oggi non sono stati fatti studi sul dialetto parlato a Lagacci. Le
uniche due ricognizioni di natura grossolanamente linguistica per
questa zona sono la rilevazione dei toponimi locali (cfr. il celebre
"Dizionario Toponomastico del Comune di Sambuca Pistoiese" edito nel
1993 dalla Società Pistoiese di Storia Patria) e dei nomi locali
di
alcuni funghi ed arbusti a cura di Piero Balletti (AA.VV., "Storie
della Sambuca", Pistoia 2001). Sulla base di questi pochi dati e di
alcuni approcci casuali (normalmente un lagaccese indicherà il
frutto
dei fichi con il nome italiano di 'fico' anziché col nome locale
'figo'). Gli studiosi e gli appassionati locali hanno ritenuto il
lagaccese un dialetto di area meridionale di tipo toscano, ma senza
gorgia toscana:
"Dobbiamo così premettere che, in linea di massima, il territorio del Comune di Sambuca Pistoiese può essere linguisticamente diviso in quattro parti: quella di influenza pavanese (area di Pavana, Campeda e altri piccoli centri), quella che fa riferimento al capoluogo (area di Sambuca, Taviano, Posola e altri piccoli centri), la frazione di Treppio e le zone di influenza marcatamente toscana come S.Pellegrino, Torri, Frassignoni, Lagacci, Monachino ecc." (E. FERRARI, 'Tracce di isoglosse e sostrato nei dialetti pavanese e sambucano", Sambuca Pistoiese, 1997 p. 9)
E ancora:
"Con ciò non intendiamo certamente affermare che le zone "toscane" e quella di Treppio non meriterebbero la nostra attenzione... Tuttavia, noi siamo più interessati al sambucano e al pavanese perchè sono dialetti di "frontiera" che fanno da" cerniera" e ci danno un' idea di come avviene in queste zone il progressivo passaggio dalla cultura linguistica emiliana a quella toscana, determinando delle vere e proprie "isoglosse"."(E. FERRARI, Op. cit., p. 10)
Oppure: "Nella parte più meridionale del territorio comunale, ed in particolare nelle frazioni Torri e Frassignoni,a confine con il Comune di Pistoia, le varianti fonetiche sono limitate a pochi casi: qualche caduta della consonante doppia (cereta per Cerreta), qualche alterazione consonantica (acereda ed anche agereda per Acereta)" (AA.VV. Dizionario Toponomastico del Comune di Sambuca Pistoiese, Pistoia 1993, p. 27).
Da notare che, per il Dizionario Toponomastico del Comune di Sambuca Pistoiese, Lagacci è un abitato della Frazione di Frassignoni. Noi stessi sulla base delle informazioni lette dagli altri autori citati abbiamo ritenuto per molto tempo corretta questa intepretazione. Tuttavia spinti dal dubbio che la reale situazione di questa località dell'Alto Reno fosse diversa da quanto fino ad oggi dipinto abbiamo deciso di fare una ricognizione sul posto armati di un piccolo questionario. Gli esiti di questa ricerca hanno dato esiti piuttosto sorprendenti (almeno per noi):
NOTIZIE SULLA LOCALITA' E SULLE CARATTERISTICHE DEL DIALETTOLa località di Lagacci (suddivisa negli abitati di Borgo e Lagacci) si trova sul versante destra Reno ed è frazione del Comune di Sambuca Pistoiese. L'attuale popolazione risulta inferiore alle 50 unità in grande maggioranza ultracinquantenni. Anche questa località, come tutte le località dell'Alto Reno, si trova lungo la cosiddetta Linea Rimini - La Spezia che suddivide l'Italia Settentrionale dai dialetti Toscani e Centro Meridionali. Tra gli esiti di tipi settentrionale troviamo:
1. la lenizione, e cioè la sonorizzazione delle consonanti occlusive sorde in posizione intervocalica (figo anziché fico, fogo anziché fuoco, etc.). Tale sonorizzazione non pare tuttavia colpire 'p' che non evolve (in tutti i casi registrati) in 'v' (ad esempio 'apa' anziché 'ava'). La mancata sonorizzazione di 'p' risulta tipica di tutti i dialetti meridionali del Comune di Sambuca Pistoiese compreso (in parte) lo stesso treppiese (cfr. L. BONZI, "Piccolo Dizionario del Dialetto di Treppio", Nueter, XXVI, 2000, p. 152). Da notare che la gorgia toscana (da noi interpretata come reazione al fenomeno di sonorizzazione di c, t, p proveniente dal settentrione) risulta particolarmente debole proprio per "p".
2. il metaplasmo in parole come 'apa' per ape;
3. la degeminazione consonantica molto più estesa di quanto finora immaginato;
4. l'uso della fricativa prepalatale sonora (il gruppo 'sg' da leggere come il francese 'j' di jardin). Non è da escludere tuttavia che la forma "sg" sia una evoluzione in chiave settentrionale delle forme 'sc' presenti nel toscano, ovvero delle stesse forme 'g' di parole come il toscano 'stagione' (nel bolognese è assente la fricativa prepalatale sonora);
5. le sonorizzazioni di 's' in posizione intervocalica
6. l'uso della e breve tonica in sillaba libera che da é anziché il dittongo toscano 'iè' (es: 'méle' anziché 'mièle')
7. l'uso delle vocali anapptitiche in parole come "arcordare".
Tra gli esiti di tipo toscano troviamo ad esempio:
1) l'assenza del vocalismo lungo;
2) l'uso di "c" e "g" in luogo di 'z';
3) il mantenimento del vocalismo atono all'interno delle parole;
4) la mancanza di metafonia;
5) la conservazione di -e ed -o finali. Il fenomeno si riscontra anche se la vocale finale è preceduta da nasale semplice (ad esempio 'ragano'), tuttavia di norma l'esito finale è sempre 'e' ('melone', 'pane', ma anche 'pucine', 'vine', 'bone'). Si può ritenere che in passato le parole vino, buono fossero rese in lagaccese come 'vin', 'bon', etc. Ragano è il risultato di una ulteriore evoluzione del lagaccese verso le forme toscane;
6) l'assenza di troncamento dei partecipi passati e delle parole terminanti in -ato, eto, ito, uto che saranno tuttavia sonorizzate (non mangià, ma mangiado).
7) le negazioni realizzate come
in toscano (diversamente dal bolognese che è ridondante
(vedi l'esempio n. 17))
8)
l'esito -aio anziché -aro
Anche dal punto di vista lessicale il contributo dei dialetti settentrionali appare molto più consistente di quanto immaginato. Ad esempio il melone è detto a Lagacci esattamente come in Italiano ('a Lagacci si dice come in italiano'), ma non va dimenticato che la forma toscana è 'popone'!
Anche a seguito di questa ricerca tuttavia risulta che il dialetto di Lagacci è un dialetto in forte declino, dove le forme locali tendono ad essere superate in favore delle forme italiane sentite come più corrette e più colte.
DATA DELLA RILEVAZIONE
19 giugno 2003 / 29 giugno 2005
INFORMATORI (la data di riferimento è a giugno 2003)
Beniamino Brizzi (anni 80)
Cristian Gaggioli (anni 28)
Fabio Gaggioli (anni 30)
Giampaolo Gaggioli (anni 60)
Giuseppe Gaggioli (anni 70)
Sergio Gaggioli (59 anni)
Renzo Gaggioli (anni 69)
PICCOLO DIZIONARIO
le forme 'o' sono sempre chiuse come in emiliano
la
lettera 'j' indica la fricativa prepalatale sonora e va letta come nel
francese 'jardin
1. APE - Apa (con metaplasmo per influsso settentrionale)
2. ASINO - Ciugo (forma toscana 'ciuco')
3. BRUTTO - Ragano (in Toscana e nell'Italia Centrale il termine 'ragano' indica il ramarro)
4. BUE - Bove (forma toscana)
5. BUONO - Bone ('sta bone')
6. CALDARROSTA - Frujada (pistoiese 'frugiata')
7. CANDELOTTI (FORMAZIONI DI GHIACCIO PENDENTI DAI RAMI) - Candelotti (variante 'candelori')
8. CAPRA MASCHIO - Becco (forma diffusa sia in Emilia che in Toscana)
9. CAPRA FEMMINA - Capra
10. CASA - Ca' (forma apocopata emiliana)
11. CECE - Cejio (plurale 'ceci' > 'ceji' - in toscano la forma è 'cescio')
12. CILIEGIE -Cileje16. DITO - Dido
17. FAME - Famme ('io ò famme')
18. FICO - Figo
19. FORMAGGIO - Cajio (forma toscana 'cacio', ovvero 'cascio')
20. FUOCO - Fogo
21. GIOCO - Giogo ('i giogo')
22. IL - Al
23. INSALATA - Insalada (pistoiese 'inzalata', bolognese 'insalè')
24. LETAME - Concio (pistoiese 'cuncio', bolognese 'aldaam', treppiese 'concio')
25. LUCE - Luje
26. LUCERTOLA - Lujertola
27. MANGIARE - Mangiare
28. MAIALE - Maiale (la forma emiliana è 'porcello' (purzèl))
29. MELA - Mela (la forma toscana è 'pomo')
30. MELONE - Melone (la forma toscana è 'popone', il bolognese ha 'mlon')
31. MIELE - Méle
32. MIRTILLI - Pignatini (il pistoiese ha 'pentolini')
33. NESSUNO - Nessuno (variante 'nesuni')
34. NEVICA - Néva
35. OGGI - Oggi (con 'o' chiusa)
36. ORBETTINO - Cégolina / ceja
40. RACCONTARE - Arcondare
41. RAMARRO - Ramallo (come in pistoiese)
42. RICORDARE - Arcordare
43. ROSPO - Botta (come in bolognese e in pistoiese, la forma 'botta' è sentita però dai Lagaccesi d'uso locale e pistoiese, non è nota la forma emiliana)
44. SCOIATTOLO - Goge (la parola è diffusa a Badi e nell'Alto Appennino Pistoiese (Brandeglio, Sambuca, Rivoreta). Si trova anche nel Canton Ticino e nel Piemonte, ma è sconosciuta a Bologna)
45. SETACCIO - Staccio (pavanese Sdaccio, bolognese sdaaz)
46. SOPRA - Sopro
47. TALPA - Topa (il passaggio di AU in O è tipico dei dialetti che hanno subito influenze dalle lingue gallo - romanze (talpa < taulpa > tolpa > topa)
48. TANTO - Tanto
49. TELONA - "a telona" (tenere i bambini bloccati con la testa fra le gambe)
50. UBRIACO - Briago
51. UOVO - Ovo (pistoiese 'ovo' con o chiusa, bolognese 'oov')
52. VINO - Vine
ESPRESSIONI - LOCUZIONI
1. IO RACCONTO - Io t arconto (variante 'i t arcont' o anche 'i t arconto')
2. SEI ANDATO A MANGIARE - Te se ito a mangiare (variante 'Te se andado a mangiare')
3. STAI BUONO - Sta bone
4. IL MAIALE MANGIA MOLTO - Al maiale mangia tanto
5. STAVAMO MANGIANDO - Se steva mangiando
6. COME STAI? - Come te sta?
7. CHE TEMPO FA? - Al che tempo fa?
8. DOVE VAI? - Dove te va?
9. VADO DOVE VOGLIO - I vo dove me pare
10. BISOGNA CHE VADA - Bisogna che andia
11. PORTAMELO GIU' - Portemelo giò
12. NON MI FARE ARRABBIARE - In te me fare arabiare
13. TE LO DICO POI - Poi t al diggo
14. NEL MIO - In dal mi
15. NEL TUO - In dal to
16. NON TI RICORDI? - In te te n arcordi?
17. NON LO SO - I n al so
IMPERFETTO (ESEMPI)
italiano | lagaccese | bolognese |
io ero | i ero | ai eera |
tu eri | t eri | t eer |
lui era | lu i era | l eera |
noi eravamo | noi s era |
ai eeren |