HOME PAGE: clicca qui

IL DIALETTO DI SPEDALETTO

(frazione di Pistoia)

Innanzitutto chiariamo per quale ragione riteniamo importante conoscere il dialetto di Spedaletto.

A nostro avviso Spedaletto è importante perché:

1) è una località posta a Nord del Crinale Appenninico e lungo la linea linguistica La Spezia - Rimini;
2) è l'unica frazione del Comune di Pistoia nella Valle del Limentra
Occidentale
3) è considerata dai sambucani come parte stessa della Sambuca
4) perché inizialmente sottoposta alla Diocesi di Bologna
(http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/spedaletto.msnw)
5) perché non distante da Spedaletto abbiamo San Pellegrino al Cassero dove
il dialetto è gallo toscano
(http://groups.msn.com/ALTORENOETOSCANA/ildialettodisanpellegrino.msnw)

Detto questo dobbiamo capire come è il dialetto di Spedaletto (almeno a livello sincronico):

A tale proposito il Dr. Daniele Vitali è stato indispensabile, ecco cosa ci ha scritto:

"Orsigna e Spedaletto: sono sicuramente pistoiesi!

Lei conosce l'ALT, l'Atlante lessicale toscano? I suoi dati sono stati raccolti nel 1974-1986 , cioè non sono freschissimi, e danno quindi idea di una situazione non troppo nuova. Con mia sorpresa, ho visto che ci sono proprio i due luoghi di cui avevamo parlato tempo fa:
essi presentano il raddoppio sintattico, l'affricazione pistoiese, la gorgia, la riduzione a sc', sg' di c' e g', il monottongo ò dove l’it. ha e il Nord ha ó, come in nòva, t(r)òna “nuova, tuona”, aperture “toscane” delle vocali, come in fièno, vènto, sièpe, presenza del fonema gli, esito -aio di -arium, conservazione della V finale dopo N, come in filóne, pane, pantalóni, termini pistoiesi come avellare “puzzare”, a Spedaletto riduzione /r > rr/, ecc. "
Il dato di Orsigna non ci ha sorpreso molto essendo in linea con quanto avevamo già scoperto a suo tempo: http://groups.msn.com/ALTORENOETOSCANA/notasuldialettodiorsigna.msnw.
Di estremo interesse è invece il caso di Spedaletto anche perché ci era ancora ignoto.
Di fatto, pertanto, a prescindere dalla situazione geografica e storica a Spedaletto si parla (come ad Orsigna peraltro) un dialetto di tipo pistoiese... ciò significa che il confine amministrativo tra il Comune di Pistoia e il Comune di Sambuca Pistoiese si è trasformato (a dispetto della storia e della geografia) in un confine linguistico tra dialetti toscani e dialetti gallo - toscani.
Si tratta di una scoperta scientifica di estremo interesse (almeno per noi).

29.04.2004


IL DIALETTO DI FIUMALBO (MODENA)

Un dialetto non Alto Renano, ma che può essere interessante conoscere come sorta di "elemento di controllo"

Navigando su internet siamo imabattuti nel sito www.fiumalbo.com, completamente dedicato al paese di Fiumalbo in provincia di Modena. All'interno del sito c'è anche un piccolo dizionario che abbiamo consultato con grande interesse, riscontrando numerosi vocaboli in uso anche nei nostri dialetti.

Come è noto il paese di Fiumalbo si trova (proprio come i nostri Comuni) lungo la linea Rimini - La Spezia che secondo gli studiosi divide l'Italia in due: da una parte i dialetti settentrionali e dall'altra i dialetti centro - meridionali e il toscano.

Il dialetto di Fiumalbo risulta essere interessante anche perché il Comune è posto al confine della Provincia di Pistoia, ma separato dall'Alto Reno. Tale dialetto, dunque, può essere utilizzato per verificare il grado di penetrazione del dialetto pistoiese in aree marginali dell'Emilia (naturalmente tale confronto non è esente da imprecisioni considerata la vicinanza con Lucca(1)).

Per tale confronto abbiamo deciso di avvalerci dei medesimi criteri utilizzati per instaurare il confronto fra pistoiese e i dialetti della nostra zona, ovvero:

1) abbiamo utilizzato esclusivamente il "Vocabolario Pistoiese" edito dalla Società Pistoiese di Storia Patria nel 2000 (il che ci ha portato COMUNQUE a escludere termini chiaramente toscani o della motagna pistoiese come baggioli, ciugo, pommo, vellana, etc.);

2) abbiamo escluso tutti i termini che sono in uso a Pistoia ma considerati italiani (es: ortica);

3) abbiamo escluso tutti i termini che non avessero un perfetto corrispondente nel pistoiese (con la sola eccezione di Spepeta data la strettisima correlazione fra il termine fiumalbino e quello pistoiese).

Per la presentazione del vocabolario abbiamo rispettato l'organizzazione disposta dal gestore del sito, inserendo (nel caso di corrispondenza) il vocabolo pistoiese tra il significato del termine in italiano e quello in inglese, ovvero:

TERMINE IN DIALETTO LOCALE > Italiano > EQUIVALENTE PISTOIESE > Inglese

Ad ogni corrispondenza viene dato un numero progressivo in lettere romane posto fra parentesi (I),(II),(III), etc.)

1. ARCILE > Amadia > Closet

2. AGNEDANO > Ontano > Alder

3. AMPON > Lampone > Raspberry

4. ASCHERA > Nostalgia > ASCHERO > Homesickness (I)

5. BABAN > Tonto > Dum

6. BADALU' > Disordine o Casino > BADANAIO > Disorder or Mess (II)

7. BAGAJO (persona) > Buono a niente > Good for nothing

8. BAGAJO > Coso > Thingamajig

9. BAGGIOLO > Mirtillo > Blueberry

10. BALOTTO > Castagna bollita > BALLOTTO > Boiled chestnut (III)

11. BATTOLA > Crepitacolo > Noisemaker

12. BEGO > Verme > Worm

13. BERIGOLO > Ombellico > Navel

14. BERLETTEGO > Solletico > Tickle

15. BIACCO > Biscia d'acqua > Water snake

16. BIASCJARE > Masticare > BIASCIARE > Chew, to (IV)

17. BICHIEROTTO > Bicchiere di vino > Glass of wine

18. BIUSCIO > Pane Senza Companatico > Bread Without "Companaddego", Plain

19. BOLGIA > Tasca > Pocket

20. BORDARE > Picchiare > BORDARE > Hit, to (V)

21. BOTTO > Rospo > BOTTA > Toad (VI)

22. BOZZO > Pozza >BOZZO > Swimming hole (VII)

23. BROCCIOLO > Ghiozzo / Scazzone > BROCCIOLO > Darter (VIII)

24. BRUSJIN > Tostino > BRUSCA > Coffee Roaster (IX)

25. BUDREGON > Buzzone > BUDRIONE > Beer gut (X)

26. BUGGHERA > Bufera > Storm

27. BUIOTTA > Bottiglia dell'acqua calda > Hot water bottle

28. BURE > Buio > Dark

29. BURREGA > Scorta > Supply

30. CAICCHIO > Piolo > Peg

31. CANDELOTTO > Ghiacciolo > CANDELOTTO > Icicle (XI)

32. CAREGA > Poltrona > Armchair

33. CAVAGNARA > Cesto > Basket, Large

34. CAVAGNO > Canestro > Basket

35. CAVEDON > Alare > Andiron

36. CICCIA > Carne > Meat

37. CIRESJA > Ciliegia > Cherry

38. CIUGO > Ciuco > Donkey

39. CODDEGA > Cotenna > Pork Rind

40. COMPANADDEGO > Companatico > Bread, Anything Eaten With .....

41. CORAME > Pelle > Leather

42. COVELLE > Qualcosa > Something

43. CROCCHION > Testone > CROCCHIONE > Thickheaded (XII)

44. DECIULLATE > Datti da fare > Get on with it

45. DRENTO > Dentro > DRENTO > Inside (XIII)

46. ERBA PUTTA > Acetosa > Sour Grass

47. FERRO > Falce > Scythe

48. FORMIGOLA > Formica > FORMICOLA > Ant (XIV)

49. FOTTA > Stizza > FOTTO' > Anger (XV)

50. FREDDO BARBIN > Freddo che pela > Biting Cold

51. FREDDO LECCHIN > Freddo che pela > Biting Cold

52. FROLA > Fragola > Strawberry

53. FRUSCJADA > Caldarrosta > FRUGIATA > Roasted Chestnut (XVI)

54. GNUDO > Nudo > Naked

55. GNUDO A BEGO > ? > Stark Naked

56. GHIARA > Letto del fiume > River bed

57. GHERDA > Birichino > Naughty

58. INCULENTE > Noioso > Boring

59. LANNO > Acero > Maple

60. LARIA > Alare > Andiron

61. LAVEZZO > Pentola a tre piedi > Kettle with three feet

62. LEVADORE > Lievito > Yeast

63. LEVVORA > Lepre > Hare

64. MALOSSA > Palla Di Neve > Snowball

65. MAZZOTON > Testa Dura > Stubborn

66. MENNI > Pappa > Porridge

67. ORTESGILLA > Lucertola > Lizzard

68. ORTIGA > Ortica > Nettle

69. PACCHIANA > Rana > Frog (female)

70. PACCHIANADA > Caduta > Fall

71. PACCHIERA > Pastella > PACCHIEROTTA > Batter (XVII)

72. PECCHIA > Panna > Cream

73. PEDEGADE > Abitudini, cattive > Habits, bad

74. PENADO > Roncola > Pruning Tool

75. POMMO > Mela > Apple

76. PORRO > Verruca > Wart

77. SCAVADDOLO > Gnocco di patate > Potato dumpling

78. SCRANNA > Sedia > Chair

79. SERODENE > Autunno > Autumn

80. SLUSCIGARE > Scivolare > Slip, To

81. SLUSCIGHELLA > Scivolata > Slip On Ice

82. SPEPETA > Boccalone > SPEPA (ragazzina chiaccherina e saccente) > Know-It-All (XVIII)

83. STRACCHE > Bretelle > Suspenders

84. STRANUZZO > Starnuto > Sneeze

85. TORE > Prendere > to Take

86. VELLANA > Nocciola > Hazelnut

87. ZIZZOLA > Freddo Intenso > ZIZZOLA > Freezing Cold (XIX)

Su 87 vocaboli presenti in questo piccolo dizionario 19 presentano una corrispondenza col pistoiese cittadino. Un dato significativo dato che è pari al 21,6%, ovvero a oltre 1/5 di tutti i vocaboli totali.

Inoltre, stando a questo piccolo vocabolario, il dialetto parlato a Fiumalbo presenterebbe una spiccata tendenza "toscana" (2), a titolo di esempio:

1) sono presenti vocaboli tipicamente toscani e che non trovano riscontro neppure nelle frazioni più toscanizzanti del Comune di Sambuca Pistoiese (es: "avellana");

2) le vocali finali -e ed -o in alcuni casi permangono anche se precedute da -n- (ad esempio "agnedano");

3) il vocalismo pare di tipo toscano con il mantenimento delle vocali atone all'interno delle parole e l'assenza delle vocali lunghe (o geminate);

4) il consonatismo presenta una tendenza toscana nel non scempiare le consonanti doppie (vedi "scranna"). Da notare inoltre la presenza della fricativa prepalatale sorda (cfr. il "sc" di "biasciare") che il Rohlfs ci ricorda essere di "schietta toscanità" (G. ROHLFS, "Grammatica Storica della Lingua italiana e dei suoi dialetti", Torino, 1999, p. 406) (3).

Il dialetto di Fiumalbo s'inquadra quindi perfettamente all'interno della calssificazione dei dialetti della nostra zona come dialetto "gallo toscano", fortemente imparentato coi nostri dialetti anche per la sua somiglianza col pistoiese.

Da segnalare, infine, il termine "crocchion" (da notare le due "c") che vuol dire, in accordo col pistoiese, "testone". Tale termine si è trasferito dalla Fiumalbo alla vicina Fanano, ma perdendo il suo significato: per gli abitanti di Fanano i "crocchioni" non sono dei testoni, ma delle persone che "gracchiano" come cornacchie (cfr. F. GUCCINI, "Dizionario del dialetto di Pavana", Nueter - Pro Loco di Pavana, 1998, p. 49) (4).

NOTA:

(1) In effetti molte coincidenze tra dialetto di Fiumalbo e pistoiese potrebbero essere derivate dal lucchese; la cosa non dovrebbe comunque stupire dato che i due vernacoli toscani sono fra loro imparentati (varietà Toscano - occidentale), né cambierebbe sostanzialmente i termini del confronto: penetrazione di vernacoli toscano - occidentali in Emilia anziché penetrazione del vernacolo pistoiese nell'Emilia.

(2) il Meyer Lubke (F. D'OVIDIO - M. MEYER LUBKE, "Grammatica storica delle lingua e dei dialetti italiani, Hoepli, Milano, 2000, p. 199) classifica il dialetto di Fiumalbo come dialetto toscano che "mostra l'influenza settentrionale nel passaggio di 'T' in 'd'".

(3) In merito all'uso di "sc" abbiamo ricevuto una cortese nota del Dott. Daniele Vitali, studioso dei dialetti emiliani e curatore del celebre "Dizionario Bolognese" pubblicato da Vallardi:

"Volevo solo dirle che, per aver sentito due volte il dialetto di
Fiumalbo, so che il suono sg della Sambuca c'è anche lí (vosge, crosge, lu
el disge), e che quindi probabilmente hanno scritto sc ma pronunciano
proprio sg anche loro".

Se quanto riportato da Vitali è vero (e non c'è motivo di dubitarne), da un lato dovremmo registrare un fenomeno fonetico "sg" non toscano, ma al tempo stesso un ulteriore elemento di comunanza fra questo dialetto della provincia di Modena e gli altri dialetti "gallo - toscani" per i quali si rimanda alla pagina sui "dialetti pistoiesi" e in particolare a "scempimenti ed isoglosse". Da notare peraltro come il suono "sg" possa comunque essere una evoluzione in chiave sonorizzata sia della particolare "g" toscana (vedi la 'g' di "stagione") che della "sc" di parole come "cescio" (italiano "cecio").

(4) Al fine di non creare confusioni dobbiamo chiarire che né a Fanano, né a Sestola si parlano dialetti gallo - toscani, ma veri e propri dialetti emiliani: "Abbiamo, poco fa, parlato di "famiglia dialettale". Mi sembra di poterla identificare in quel gruppetto di dialetti che, partendo grosso modo da quella zona chiamata "romagna toscana" va, lungo certe fasce di monti, a toccare Castiglion dei Pepoli, la Vallata della Limentra di Suviana fino alla stessa Suviana, Sambuca, Granaglione, Lizzano in Belvedere e Vidiciatico; poi, facendo un bel salto (e si guardi, su una carta, che salto) l'Alto Frignano (Pievepelago, Fiumalbo, Riolunato), l'Alta Garfagnana e la Lunigiana Inferiore" (F. Guccini, "Dizionario del dialetto di Pavana", Nueter - Pro Loco di Pavana, Porretta Terme - Pavana Pistoiese, 1998, pp. 9 - 10). Il termine "crochioni" in uso da quelle parti è pervenuto da aree toscane e gallo - toscane, ma perdendo il suo significato originario (lassù parlano diverso ...)

per leggere due esempi di dialetto fiumalbino clicca qui

Segnaliamo inoltre che anche Fiumalbo (come l'Alto Reno) è stato terra toscana per molti secoli. Precisamente Fiumalba fu Toscana fin quando (anno 1038) il marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa, donò al vescovo di Modena Viberto la "Rocca che si chiama Fiumalbo". Per chi vuole saperne di più clicchi sotto

http://www.comunitamontana-del-frignano.emr.it/comuni/fiumalbo/storiamonum.htm


FRIGNANO TOSCANO

DA "LA PADANIA" 21 ottobre 1998

Nel marzo 1848 la popolazione di Pievepelago si
ribellò all'annessione del Ducato di Modena ai Savoia
«Vogliamo il Frignano libero!»
I rivoltosi erano guidati dal medico condotto Lorenzo Lardi di Fanano

di Alina Mestriner Benassi

[Tralasciamo l'inizio dell'articolo pieno della solita propaganda leghista a suon di 'Repubblica del Nord' - 'Abetone zona di confine', etc., etc. per giungere all'aspetto importante della vicenda]In questo contesto, vorrei ricordare un episodio antico e poco noto, che ben delinea l'anima di questa gente, abituata da secoli all'isolamento della natura impervia e a un lavoro talmente duro da ridurre ogni voce del mondo alla pura e semplice essenza dei fatti in sè per sè. Nel marzo del 1848 si ebbe a Pievepelago, nell'Alto Frignano, un tentativo separatista. Erano passati soltanto pochi giorni dalla prima partenza da Modena dell'ultimo duca d'Este, Francesco V, che si era ritirato in territorio austriaco lasciando in città un reggente con l'ordine di dare al popolo uno statuto e di sciogliere le truppe dal giuramento di fedeltà, quando si proclamò il governo provvisorio. Giuseppe Malmusi ebbe l'incarico di reggere l'ex Ducato e nominò dei delegati per ogni dicastero governativo. Fu chiesta inoltre l'annessione al Regno di Carlo Alberto di Savoia, nonostante il parere contrario del partito mazziniano. A Pievepelago serpeggiò, a questo punto, la ferma volontà di non restare inerti. Quella semplice e umile gente montanara nutriva sentimenti di devozione e di fedeltà ben radicati nei confronti del sovrano e rimase comprensibilmente perplessa e restia a darsi a un governo che sentiva lontano e "foresto". A Pavullo era stato inviato, come nuovo delegato governativo, Giovanni Soragni a sostituire il rappresentante del Duca, Giambattista Barbieri, ma la voce della nuova autorità, una circolare indirizzata ai sindaci del Frignano, passò nell'indifferenza generale. A Pievepelago rimase il conte Camillo Poggi, guardia nobile ducale, e le insegne degli Este furono lasciate al loro posto sulle porte degli uffici governativi. Fu allora che un certo numero di persone armate di bastoni o altri arnesi inscenarono nelle strade una dimostrazione. Preso atto da parte della popolazione della fine del dominio estense, ci si diede da fare per sancire la separazione da Modena e l'indipendenza del Frignano. Le poche notizie sull'evento si possono trovare in un fascicolo, conservato nel Museo del Risorgimento di Modena e ricavato da alcune schede dell'Archivio di Stato di Torino, fatto che può spiegare inequivocabilmente come anche questo, seppure effimero, anelito d'indipendenza sia stato manipolato da una storiografia pronta a falsare qualsiasi episodio non perfettamente inquadrato nella retorica risorgimentale. I pievaroli avrebbero agito soltanto per arrivare all'annessione con il Granducato di Toscana. Tanti sfracelli: la raccolta delle firme, le segrete adunanze in casa del medico condotto Lorenzo Lardi di Fanano, l'uscita "in armi" della rivoluzionaria compagnia per le vie del paese, e tutto per consegnarsi a Leopoldo II, mite e bonario sovrano, quasi fotocopia dell'Este. Ecco testualmente, dall'accennata fonte dell'Archivio piemontese, la lettera del Delegato di Finanza al Governo Malmusi: «Il Ricevitore di Finanza a Pievepelago, Domenico Venturi, informa, per espresso giunto a Modena, che il 27 corrente presentavasi Bellettini di Fanano, richiedendogli la sua firma per l'unione di Pievepelago e paesi contermini alla Toscana; che, recatosi a casa di quel dottor Lardi, ove erano adunati Toscani suoi parenti, uscirono insieme alla Giuditta, moglie del Lardi, e alla Teresa Marcolini, gridando e abbattendo le insegne della Dispensa e della Ricevitoria». Poche righe, per liquidare nel ridicolo un evento, che se pur deformato, potrebbe fare riflettere i contemporanei. Due giorni prima le truppe di Leopoldo, approfittando della crisi del vicino Ducato, avevano occupato Massa, Carrara e i territori della Lunigiana e della Garfagnana che facevano parte dello Stato Estense, attuando antiche e ben note aspirazioni ed è plausibile che l'anelito autonomista frignanese potesse essere strumentalizzato dal governo di Firenze per soddisfare le proprie mire espansionistiche. Il 24 di giugno il governo di Modena fu affidato dal Municipio al conte Ludovico Sauli d'Igliano, senatore e commissario del Re di Sardegna, ma dopo che Milano cedette ai patti procurati da Carlo Alberto, la Reggenza istituita da Francesco V dichiarò nulli gli atti del Governo provvisorio. Il Duca d'Este tornò a Modena il 10 agosto e, concedendo subito amnistie e riforme, riguadagnò presto l'affetto del suo popolo. Per quanto riguarda il significativo episodio frignanese, si sappia che gli "aspiranti toscani"rimasero fedeli al Duca fino alla resa dei conti, difendendo da prodi le loro montagne anche contro le truppe napoleoniche che salivano dalla Toscana e se non riuscirono a rendere indipendente il Frignano, si adoperarono con tutta l'anima perché lo fosse perlomeno il Ducato. Il 13 giugno 1859, Modena rinunciò alla propria autonomia e si asservì al Piemonte.


IL DIALETTO RURALE DELLA VAL SAMOGGIA (BAZZANO, MONTEVEGLIO, CASTELLO DI SERRAVALLE, SAVIGNO)

L'esame di un dialetto tipicamente "bolognese" dimostra che è diversissimo dai dialetti gallo - toscani dell'Alto Reno

Al fine di dimostrare l'appartenenza dei nostri dialetti al gruppo "gallo - toscano" e non ai dialetti genericamente bolognesi, o emiliani, abbiamo voluto realizare un confronto con un tipico dialetto rurale della provincia di Bologna.

Se la nostra ipotesi (che vuole i dialetti dell'Alto Reno essere separati dai dialetti emiliani tipici) risulta corretta ci dobbiamo, infatti, aspettare che un dialetto bolognese rurale si allontani parecchio dal nostro modello dialettale per adeguarsi a quello bolognese.

La nostra scelta è caduta sul dialetto parlato nella Valle del Samoggia per tre ragioni:

1) conosciamo persone del luogo;

2) esiste per questo dialetto un dizionario di buona qualità;

3) è un dialetto che giunge fino a zone collinari (Castello di Serravalle e Monteveglio) e montane (Savigno).

Anticipiamo che gli esiti di questo confronto ci hanno confortato nella nostra ipotesi che i dialetti altorenani non appartengano al gruppo genericamente inteso come "bolognese" o "emiliano", ma ad una famiglia distinta che abbiamo definito come "gallo toscana" (a suo volta suddivisa in un gruppo di dialetti di tipo emiliano e un gruppo di dialetti di tipo toscano).

Ovviamente, al fine di assicurare l'omogeneità della ricerca, abbiamo utilizzato i medesimi criteri già utilizzati per confrontare il pavanese col bolognese e il pistoiese (che sono poi glistessi criteri usati per il treppiese, il lustrolese e i dialetti parlati a Suviana).

Testi usati:

S. MONTAGUTI, "Il dialetto bolognese del contado: parole dimenticate o a rischio di estinzione rinvenute nella Valle del Samoggia", s.e., Castello di Serravalle, 1997

D. VITALI - L. LEPRI, "Dizionario bolognese", Vallardi, Milano, 2000

G. GIACOMELLI, "Vocabolario Pistoiese", Società Pistoiese di Storia Patria, Pistoia 2000

Parole verificate: Tutte le parole che iniziano con le lettere D, E ed O comprese nel dizionario del Montaguti e per le quali si è trovata una coincidenza significativa col bolognese o il pistoiese.

__________________________________________________________________________________________

Ordine di lettura: samoggino > bolognese > pistoiese > italiano

1) SAMOGGIA Dabaun BOLOGNA Da Bon (1) PISTOIA --- ITALIANO Davvero

2) SAMOGGIA Dan BOLOGNA Dann PISTOIA Danno ITALIANO Danno

3) SAMOGGIA Dàp BOLOGNA Dopp (1) PISTOIA ---- ITALIANO Dopo

4) SAMOGGIA Dàuga BOLOGNA Douga (1) PISTOIA ---- ITALIANO Doga

5) SAMOGGIA Dàulz BOLOGNA Doulz (1) PISTOIA ---- ITALIANO Dolce

6) SAMOGGIA Dàunca BOLOGNA Donca (1) PISTOIA ---- ITALIANO Dunque

7) SAMOGGIA Dè BOLOGNA Dèr PISTOIA ---- ITALIANO Dare

8) SAMOGGIA Dé BOLOGNA Dé PISTOIA --- ITALIANO Giorno

9) SAMOGGIA Dii BOLOGNA Diir PISTOIA Dire ITALIANO Dire

10) SAMOGGIA Didaun BOLOGNA Didon (1) PISTOIA --- ITALIANO Pollice

11) SAMOGGIA Difarainza BOLOGNA Difarenza (2) PISTOIA ---- ITALIANO Differenza

12) SAMOGGIA Dimondi BOLOGNA Dimondi PISTOIA ---- ITALIANO Molto

13) SAMOGGIA Dlezar BOLOGNA Dliizer PISTOIA --- ITALIANO Scegliere

14) SAMOGGIA Dmandga BOLOGNA Dmandga PISTOIA --- ITALIANO Domenica

15) SAMOGGIA Dobit BOLOGNA Dobbi PISTOIA --- ITALIANO Dubbio

16) SAMOGGIA Dooic BOLOGNA Doic PISTOIA --- ITALIANO Soffice

17) SAMOGGIA Doormia BOLOGNA Doormia PISTOIA --- ITALIANO Sonnifero

18) SAMOGGIA Dré BOLOGNA Drii PISTOIA Dreto (3) ITALIANO Dietro

19) SAMOGGIA Druvè BOLOGNA Druvèr PISTOIA --- ITALIANO Adoperare

20) SAMOGGIA Du BOLOGNA Duu PISTOIA Due ITALIANO Due

21) SAMOGGIA Duraun BOLOGNA Duron (1) PISTOIA Duroni ITALIANO Duroni

22) SAMOGGIA Duree BOLOGNA Durèr PISTOIA --- ITALIANO Resistere

23) SAMOGGIA Dvanè BOLOGNA Dvanèr PISTOIA --- ITALIANO Dipanare

24) SAMOGGIA Dvintè BOLOGNA Dvintèr PISTOIA --- ITALIANO Diventare

25) SAMOGGIA Dzoun Bologna Dzon PISTOIA ---- ITALIANO Digiuno

26) SAMOGGIA Elba Bologna Elba PISTOIA ---- ITALIANO Alba

27) SAMOGGIA èra BOLOGNA èra PISTOIA --- ITALIANO Aia

28) SAMOGGIA Eerba BOLOGNA Eerba PISTOIA Erba ITALIANO Erba

29) SAMOGGIA èrzan BOLOGNA èrzen PISTOIA --- ITALIANO Argine

30) SAMOGGIA èsan BOLOGNA èsen PISTOIA ---- ITALIANO Asino

31) SAMOGGIA èv BOLOGNA èv PISTOIA --- ITALIANO Ape

32) SAMOGGIA Ooc' BOLOGNA òc' PISTOIA --- ITALIANO Occhio

33) SAMOGGIA Ooca BOLOGNA Ooca PISTOIA Oca ITALIANO Oca

34) SAMOGGIA Omd BOLOGNA Ommd PISTOIA --- ITALIANO Umido

35) SAMOGGIA Omid BOLOGNA Ommid PISTOIA ---- ITALIANO Piatto cotto in umido

36) SAMOGGIA Ount BOLOGNA Ont PISTOIA --- ITALIANO Unto

37) SAMOGGIA Oov BOLOGNA Oov PISTOIA òvo (3) ITALIANO Uovo

38) SAMOGGIA Ovra BOLOGNA Oovra PISTOIA --- ITALIANO Bracciante

Non è considerata come coincidenza "ostriga" perché in Val Samoggia è usata come esclamazione come in Veneto. Da notare la presenza nel dialetto della Valle del Samoggia di alcuni vocaboli importati come il lucchese e pistoiese "frugiata" per caladarrosta (pronuncia locale "frusà").

NOTE:

[1] La "O" va letta come "A" tenedente ad "O".

[2] LA "E" va letta come "A" tendente ad "E"

[3] Termine presente nel "Vocabolario Pistoiese". Gli altri termini attribuiti a Pistoia non sono dialettali, ma termini italiani usati nella cittadina toscana.

___________________________________________________________________________________________________

I risultati di questo confronto dimostrano chiaramente che il dialetto parlato nella Valle del Samoggia appartiene al gruppo dei dialetti bolognesi, infatti:

1) a fronte di 38 coincidenze riscontrate tra il dialetto parlato nella Val Samoggia e il Bolognese troviamo solo 8 coincidenze col pistoiese (rapporto circa di 5:1). Delle otto coincidenze col pistoiese ben sei sono da considerarsi genericamente italiane e solo due ("dreto" e "ovo") sono propriamente dialettali (rapporto 19:1);

2) la fonetica mostra spiccate caratteristiche emiliane e/o bolognesi (vedi l'uso delle vocali lunghe, l'uso di "z" in luogo di "c", etc.)

Come si ricorderà, al contrario, il confronto di bolognese e pistoiese coi vari dialetti parlati nell'Alto Reno ha dato esiti ben diversi:

1) una forte presenza di vocaboli pistoiesi e una (relativamente) scarsa preesenza di vocaboli bolognesi o genericamente emiliani;

2) un vocalismo e un consonatismo in cui risulta evidente una matrice di tipo toscano (oltre che emiliano).

I dialetti alto - renani (ma questo discorso può essere esteso anche al dialetto di Fiumalbo come abbiamo visto) non sono dunque genericamente "emiliani", "gallo italiani" o "padani", ma vanno classificati in un gruppo a parte, gruppo che riteniamo vada correttamente chiamato "gallo - toscano" (1).

NOTA:

(1) Giorgio Filippi ( vedi gli articoli su "La Musola") era in errore sull'attribuire questi dialetti sopravvivenze di una lingua celto - ligure - etrusca, ma aveva colto nel segno nel ritenerli un gruppo linguistico distinto sia dal toscano che dall'emiliano.


_______________________________________________________________________________________
IL DIALETTO DI TAGLIOLE (FRAZIONE DI PIEVEPELAGO)


PREAMBOLO


Agli inizi della nostra ricerca sui dialetti dell'Alto Reno abbiamo ritenuto opportuno verificare situazioni simili alla nostra e abbiamo rintracciato con nostra grande soffisfazione il dialetto di Fiumalbo (http://groups.msn.com/ALTORENOETOSCANA/ildialettodifiumalbo.msnw). Oggi con qualche conoscenza acquisita in più possiamo aggiungere alla nostra ricerca sui dialetti dell'Alto Frignano Modenese anche quello di Tagliole. Questi dati risultano di un certo interesse anche per lo studio, più in generale, dei dialetti dell'Alto Reno.

GRAMMATICA

Pur non avendo conoscenza diretta del dialetto di Tagliole, ma solo una conoscenza mediata dal vocabolario pubblicato sul loro sito internet, ci pare di potere rintracciare alcuni elementi generali del dialetto tali da consentirci di abbozzare una piccola grammatica della parlata locale che (a nostro modesto avviso) mostra numerose analogie con quella della media dei dialetti dell'Alto Reno bolognese e pistoiese. Il dialetto locale tuttavia mostra, rispetto alla media dei dialetti oggetti del nostro studio, una più marcata emilianità dimostrata, peraltro, dalla presenza dell'isoglossa "incó" in luogo di "óggi".


Lenizione

La prima, più evidente, caratteristica del dialetto di Tagliole è la presenza della cosiddetta "lenzione", ovvero la sonorizzazione di - s - intervocalica e delle consonanti intervocaliche occlusive con esito p > v, t > d, k > g (es: dido anziché dito, figo, anziché fico, etc.).
E' importante osservare come questa caratteristica del dialetto di Tagliole risulti in perfetta consonanza con le parlate settentrionali italiane e, più in generale, con tutte le lingue della cosiddetta Romània Occidentale (francese, franco - provenzale, occitano, catalano, spagnolo e portoghese).


Degeminazione consonantica

Questo accadimento linguistico, detto anche "scempiamento consonantico", può considerarsi un episodio della lenizione, trattandosi di quel ben noto fenomeno per cui tutti i dialetti settentrionali tendono a ridurre a consonanti brevi (o semplici) le consonanti occlusive che nei dialetti toscani sono rafforzate (es: becco, cappa) o allungate (es: bello). Per cui a fronte dell'italiano gallina avremo il locale "galina". La degeminazione consonantica, per influsso della confinante Toscana, tuttavia viene applicata solo in parte per cui, diversamente da quanto avviene dal Settentrione, le consonanti doppie cadono solo nel caso in cui la parola abbia più di due sillabe con la doppia consonante che precede la vocale accentata (per cui, ad esempio, avremo "alampanado" anziché una pronuncia più toscana del tipo "allampanado" (una pronuncia toscana sarebbe stata "allampanato"), ma anche "gallo" al posto di una pronuncia più 'emiliana' del tipo "galo" (bolognese 'gal')). Questa caratteristica è anche del fiumalbino


Degeminazione vocalica

In perfetta opposizione alla degeminazione consonantica il dialetto di Tagliole come  i dialetti dell'Alto Reno , non presenta il fenomeno delle vocali lunghe che in  dialetti come il bolognese, al contrario, assurge all'importante ruolo di carattere distintivo delle parole (cfr. in bolognese "raggn" (regno) e "raagn" (ragno)). Queste caratteristica del dialetto di Tagliole è propriamente dei dialetti centromeridionali della penisola italiana (toscano compreso). Questa caratteristica è anche nel dialetto di Fiumalbo


Vocali a fine parola

Un'altra caratteristica addebitabile al sistema linguistico della Toscana è la presenza del vocalismo a fine parola di "e" e di "o" che, al contrario, i dialetti settentrionali tendono sistematicamente ad eliminare (es: il locale "nummaro"). Nel caso, tuttavia, del dialetto locale questo fenomeno viene a cadere quando la "e" e la "o" finali sono precedute da -n (es: baban). Questa caratteristica è anche del dialetto fiumalbino


Dileguo delle vocali


Attribuibile, invece, al sistema dialettale Nord - Italiano è la tendenza complessiva alla scomparsa delle vocali che precedono o seguono, nella parola, la vocale accentata (es: nvodo).


Sviluppo dei nessi latini cl e gl

Nel dialetto di Tagliole, come nei dialetti altorenani (porrettano escluso), nel dialetto fiumalbino, nei vernacoli toscani ed in italiano, i nessi latini cl e gl vengono sviluppati attraverso il meccanismo di palatizzazione di "l", dando così al nesso la caratteristica forma "chi" o "ghi". Nei dialetti settentrionali, al contrario, i nessi si conservano inalterati (ad esempio nel friulano) oppure spingono la palatizzazione ben oltre le condizioni toscane, estendendosi anche alla prima consonante.

Raddoppio di m intervocalico

Nel dialetto locale molto spesso la m intervocalica viene raddoppiata, dando luogo a forme del tipo "famme", "lumme". Questo fenomeno è comune sia all'area settentrionale che all'area lucchese - pistoiese. A nostro pesronale avviso è assai probabile anche l'esistenza del fenomeno di dissimilazione della geminata -mm-. Infatti al raddoppio di mm abbiamo sempre visto accompagnarsi  la  dissimilazione della geminata -mm- (ad esempio in parole come il pavanese e il pistoiese cambera, oppure il pavanese cocómbaro per cocomero):

"A questo si aggiunge l’altro fenomeno (anche questo ora scomparso nelle nuove generazioni) che colpisce le parole proparossitone come "càmera" detta "càmbera" , "sémola" detta "sembola", "prezzémolo" detto "prezzembolo", "Làmole" pronunziato "Lambore", " Gombito" per "gomito", "Cendere" per "cenere" "Rombice e Rombiciaio" per "romice e romiciaio" tutt'ora riscontrato nell'area più marginale della Garfagnana. È un fenomeno di dissimilazione della geminata MM in MB attraverso il passaggio CAMERA < CAMMERA > CAMBERA, ecc. e rappresenta la fase iniziale dell’eliminazione dei proparossitoni ereditati dal Latino in area soggetta ad influssi gallici; in effetti è uno di quegli strumenti di cui si sono serviti il Provenzale ed il Francese, ed i dialetti da loro influenzati, per l'eliminazione del ritmo proparossitono (CAMERA > chambre in Francia; LAMULA > Lambro attraverso la fase Làmboro nell’ Italia settentrionale ecc.)"
(G. JORI, "IL LINGUAGGIO DELLA MONTAGNA ALTA DI PISTOIA", in http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/dialettipistoiesi.msnw)


Prostesi vocalica

Si tratta di un fenomeno di recupero vocalico, presente in tutti i dialetti di matrice gallo - italica (emiliano, lombardo, piemontese, ligure), che consente di rendere meno difficile la pronuncia di certe parole che hanno subito la scomparsa della vocale della sillaba iniziale (es: aldamme anziché ldamme per letame). Riteniamo assai probabile che il fenomeno di prostesi vocalica sia presente nel dialetto locale

Fricativa prepalatale sonora

Si tratta di un suono molto particolare, ed affine alla "j" del francese "jardin", che compare quando ce, ci, ge, gi non iniziali vengono mutati in sibilanti. Avremo così "paje" anziché pace e "bajio" anziché "bacio".
Questo suono, ampiamente diffuso in Alto Reno da Lizzano a Stagno, da Pavana a Lagacci, da Biagioni a Lustrola, da Treppio a Badi  (e da interpretarsi come una evoluzione, in chiave settentrionale, di due esiti fonetici toscani (*)) risulta presente anche nel dialetto fiumalbino e, da quanto pare comprendere, anche nel dialetto locale (la forma "ç" che compare nel dizionario ci pare debba essere letta proprio come fricativa prepalatale sonora)


Tendenza alla non dittongazione

A differenza di quanto avviene nel sistema linguistico toscano la e breve latina non passa al dittongo "iè", ma si risolve in una e semplice chiusa "é" per cui, ad esempio, l'italiano "mièle" viene reso con "méle".
Analoga tendenza alla non dittongazione la troviamo per la "uo" che viene resa o chiusa (es: fógo in luogo dell'italiano fuoco e del pistoiese "foho" (con o aperta)). Questa caratteristica del dialetto 'taiolaro" è propria anche del fiumalbino e dei dialetti altorenani


"i" semiconsonantica in luogo di "gli"

Concordemente alle forme settentrionali al posto del nesso toscano "gli" nel dialetto locale si trova una i semiconsonantica semplice (paJa anziché paglia). Tale caratteristica è comune ai dialetti altorenani e al fiumalbino



Esito del latino -arium

Pur non essendo stata rilevata nel dizionario ci siamo accorti in sede di ricognizione sul posto come il dialetto locale sviluppasse la forma -aro (tipica dei dialetti emiliani) anziché la forma -aio (propria del toscano). Questa caratteristica è comune col dialetto di Fiumalbo


Mancato sviluppo della c e g in z

Un'altra importante caratteristica fonetica del dialetto parlato in questa località del Comune di Pievepelago è da addebitarsi ai dialetti di tipo toscano è il mancato sviluppo di c e g nella forma settentrionale z (es: il locale "ciresça" per ciliegia). Questa caratteristica è comune col dialetto di Fiumalbo


Raddoppio sintattico

Per raddoppio sintattico o fonosintattico si intende quel particolare evento linguistico per cui, ad esempio, un toscano pronuncia la frase "vieni a casa" nella forma "vieni a ccasa". La parlata locale in concordanza coi dialetti nord - italiani non pare presentare il raddoppio fonosintattico. Questa caratteristica dovrebbe essere anche del dialetto fiumalbino.


Metafonia

Per metafonia, o metafonesi, s'intende l'alterazione del timbro di una vocale interna di una parola, volta a renderla meno distante o, addirittura, a identificarla con quello della vocale finale. Di tutti i dialetti della penisola italiana (settentrionali e meridionali senza eccezione) solo quelli toscani ne risultano privi. Per quanto possiamo comprendere Il dialetto di Tagliole (come peraltro il dialetto fiumalbino) s'iscrive, per questo importante elemento linguistico al tempo stesso fonetico e morfologico, tra i dialetti toscani.


Plurale maschile

Se nel dialetto locale valgono le stesse regole del dialetto fiumalbino e dei dialetti altorenani possiamo ben immaginare come anche qui  i plurali maschili vengono resi con -i a fine parola. Tale caratteristica è discordante dai dialetti settentrionali (che usano a tale scopo la forma -s a fine parola, ovvero la metafonia) ma è perfettamente concordante con il sistema linguistico della cosiddetta Romània Orientale (toscano, dialetti centro-meridionali, romeno, dalmata, parlate istro - rumene, megleno - rumene, arumene).


Pronominalizzazione obbligatoria del soggetto

Per quanto possiamo immaginare il dialetto locale (in concordanza col dialetto fiumalbino e i dialetti altorenani) userà, al posto delle forme toscane io, tu, egli,  le forme obbligatorie mi, ti a cui affiancherà una particella di tipo "a" (bolognese) o altorenana "i" (es: "mi i t'arconto").

Partecipio passato

Da quanto possiamo immaginare, infine, i partecipi passati dei verbi dovrebbero essere trattati secondo il modello emiliano e subire la cosiddetta "apocope" (o troncamento a fine parola) così da avere "avù" e "partì" in luogo di "avuto" e "partito".
Simile troncamento lo troviamo pure nelle parole in "ato/a", "eto/a", "ito/a".


Lessico

Dagli elementi a nostra disposizione pare che il lessico di tagliole sia affine a quello usato a Fiumalbo e quindi possiamo dire che rappresenta un incrocio di termini d'area emiliana e di area toscana (principalmente d'area toscano occidentale e quindi lucchese - pistoiese). Non andrà dimenticato come Pievepelago confina con la Toscana e, più precisamente, con la provincia di Lucca


PICCOLO VOCABOLARIO


I vocaboli sono stati tratti dal sito internet della Valle delle Tagliole (http://www.letagliole.com/dialetto.htm)

Alampanado = persona magra, con il fisco asciutto
Baban = tonto
Companadgo= Companatico
Incóo = oggi
Lillón = maiale (voce toscana)
Neva = neve (a neva = nevica)
Nvodo = nipote
Noça = noce
Nummaro = numero
Novo = nuovo
Orchin=orecchino
Orbsçin = orbettino
Paiia=paglia
Paterlenghe=bacche di rose di bosco
Preda = pietra

Modi di dire: As movve come un polsçin in tla stoppa (si muove come un pulcino nella stoppa)