HOME PAGE: clicca qui
IL DIALETTO DI GAGGIO MONTANO
Parlare dei dialetti dell'Alto Reno senza neppure accennare al dialetto di Gaggio Montano non è proprio possibile. Dedichiamo a questo dialetto quindi almeno questa pagina, con un esempio di dialetto, sperando di potere in un secondo tempo approfondire l'argomento.
E' chiaro, in ogni caso, che, fra i dialetti dell'Alto Reno, il dialetto parlato nel Comune di Gaggio è quello con caratteristiche più simili al bolognese
E i'era un vécc ch'l'era dimondi amalà
E i'era un vécc ch'l'era dimondi amalà. Alòra i soo i pensén ed ciamee e prét per féi fee la comunioo. Quend l'arivò e prét, i vosen d'mandéi se pseva mangee quel préma ed fee la comunioo. E prét e déss ed sé e i portèn una scùdela de mnestra tenta fèssa che e cucèr e steva drett in mèz a la scudela, l'amalà es mis drè e la magno totta. Alora e prét e s'alvò in ree e po e dèss: chèr e mé galantòm saivee pu l'anma che e stomgh a l'avi boo.
E via che s' nandò.
Da Gente di Gaggio, Anno XI, giugno 2000, p. 55
TOSCANISMI NEL DIALETTO DI GAGGIO MONTANO
Nota: Nel frattempo abbiamo intrattenuto una interessante relazione epistolare (e - mail) col signor Elso Bracciano originario di Gaggio Montano ed abbiamo appreso alcuni aspetti interessanti del dialetto locale che sembrano contraddire il contenuto delle pubblicazioni di Gente di Gaggio (secondo la testimonianza di Mr. Bracciano infatti pare che a Gaggio si usino le vocali lunghe (es: buur e non bur) cosa che porterebbe il gaggese tra i dialetti della media montagna bolognese (ma con importanti eccezioni come lo sviluppo di c in luogo di z confermato, ad esempio, per "setaccio" anche da Mr. Bracciano)). Lo stesso Bracciano comunque ci ha riferito di alcuni termini in uso a Gaggio Montano (come frusà per caldarrosta o, ultimamente, pirin per pulcino) che non hanno riscontro nel bolognese, ma hanno riscontro in Toscana (pirino sta per pulcino anche a Montale Pistoiese e frugiata è ben noto a Pistoia e Lucca). Sempre tra i termini toscani a noi noti e usati a Gaggio c'è il fruston (una specie particolare di serpe). Esiste quindi, almeno, un interessante contributo lessicale toscano nel dialetto di Gaggio (XII - 2003). Tale indirizzo ci pare confermato da una recente intervista (marzo 2004) con una giovane gaggese (Emanuela Grimaldi).
DAI RICORDI DI EZIO VENTURI
(GENTE DI GAGGIO, N. 27 - GIUGNO 2003, P. 66)
Quènt la fam la dis ed b6n
e's va in caroza è Malandron,
cinq' minut s'ariva a Gag',
la minèra di sbadac'.
Ecco Gaggio di montagna
un paès con d'la cuccagna;
lor i èn far un acquidot
chi von dèe da bèver a t6t.
Mo a bèver a i vrèe de' pèn
con de' formai,
Gag' l'è un sit ch'èn ni n'è mai.
Rimirate il nostro Sasso
cento metri di altezza
che di Gaggio è la bellezza.
Bèla cès e bèl altèr
siam di Gaggio pignatèr,
a l'intorèn de ste Sas
ès conserva, tot i pignat.
IL TESTO DI QUESTA "ZIRUDELA" (1) DI GAGGIO MONTANO CI ILLUSTRA ALMENO DUE CARATTERISTICHE DI ORIGINE TOSCANA PRESENTI NEL PURO DIALETTO DI GAGGIO:
A) L'ASSENZA DEL VOCALISMO LUNGO;
B) IL PARTICOLARE SVILUPPO (PER L'EMILIA) DI "C" IN LUOGO DI "Z" (CFR. "CINQ"). In dialetto gaggese abbiamo trovato altri esempi di C in luogo di z e anche di g in luogo di z: "Chi red in vegner e ciga in dmenga", "Quènt e ciga l'orecia dreta, parola mél deta, quènt e ciga l'orecia menca, parola frenca", "Chi l'è sfortunà in te giogh l'è fortunà in am6r" (da ricordare che gli analoghi bolognesi sono "zénc", "ziigh" e "zuugh"). Per saperne di più e leggere gli esempi dialettali si rimanda al numero 51 di Nueter (giugno 2000), pp. 116 - 117)
nota
(1) La "zirudela" è un particolare tipo di composizione poetica tipico del bolognese. In Alto Reno insieme alla "zirudela" erano diffusi anche le forme toscane degli "stornelli", dei "rispetti" e delle "ottavine". Si può anzi sostenere che le forme toscane fossero maggiormente in uso rispetto al felsineo "zirudela".
Gioco = giog
Fuoco = foog
Occhio = oc
Sedia = scrana
Miele = meel
Pace = pees
Pane = peen
Caldarrosta = frusà
formaggio = formai
letame = aldam
freddo = fred
ubriaco = imbarieg
bue = bò
melone = mlon
fame = faam
ho fame = a' iò faam
mirtilli = mirtell
mela = mela
capra = chevra
rospo = boot
ramarro = ligoor
vino = viin
pulcino = pirin
casa = cà
cipolla = civola
lucertola = lusertla
buio = buur
talpa = topa rugagna
coperta = querta
quattro = quater
cinque = cinc
sei = see
Gaggio Montano = gaag monten
Pistoia = pistòia
Bologna = bològna
Uovo = ov
ciliegia = cilesa
uova = ov
cane = chen
cani = chen
ape = eva
oggi = incoo
setaccio = sdaz
Io sono = me a son
Tu sei = te t'en
Lui è = lu l'è
Lei è =le l'è
Noi siamo = nueter seen
Voi siete = vò siiv
Non sono italiano = a n son mia italien
Io sono italiano = a son italien"
UNA NOSTRA IPOTESI SULLA NATURA DEL DIALETTO DI GAGGIO MONTANO
Alla luce degli elementi a noi noti del dialetto gaggese ci pare a questo punto possibile azzardare una prima ipotesi sulla natura del dialetto parlato a Gaggio:
A una prima occhiata il dialetto di Gaggio Montano appare molto simile al dialetto di Grizzana Morandi (1) se non fosse per un certo contributo lessicale di tipo toscano e per luso di c- e g- in luogo di z e z sonora che (almeno in chiave sincronica) ritroviamo in Toscana e non in Emilia, nonché per l'uso di mp e mb (di tipo toscano) in luogo dei bolognesi np e nb (2).
Tuttavia altri elementi linguistico - fonetici potrebbero essere di origine toscana (uso di "o" e "io" in luogo di forme "u" bolognesi) (2).
Pertanto non pare improbabile che il dialetto di Gaggio Montano (così come altri dialetti settentrionali estremi dell'Alto Reno) rappresenti un caso di continuum fra dialetti dell'alta e della media montagna bolognese, con adozione di soluzioni intermedie tra i due sistemi. Tale soluzione ci pare conforme sia alle moderne ipotesi sulla cosiddetta "Tipologia linguistica" che alla classica "teoria delle onde" di Johannes Schmidt.
Diverso, invece, ci pare il caso del dialetto porrettano che per le sue numerose peculiarità pare essere un dialetto dell'Alta Montagna (quello che noi abbiamo indicato come "dialetto gallo - toscano") progressivamente bolognesizzato. Il dialetto porrettano, a differenza del gaggese, ci pare dunque essere un "dialetto gallo - toscano residuale".
NOTA:
(1) Sul dialetto di Grizzana Morandi: Michele Loporcaro, "Di alcuni caratteri morfosintattici del dialetto di Grizzana, sull’Appennino bolognese", in: L’Italia dialettale, Vol. LIV (Nuova serie XXI), Pisa, Giardini 1991
(2) il caso di "mb" in luogo di "nb" testimoniato per "imbariegh" da Emanuela Grimaldi è di enorme importanza dato che "mb" / "mp" sono le forme tipiche pistoiesi (es: "cambera", "tempo") e "nb" / "np" sono le forme tipiche del bolognese (es: "ganba") . Il Dott. Daniele Vitali in proposito ci aveva scritto: "Per quanto riguarda mb o nb è difficile essere sicuri delle autodichiarazioni dei parlanti perché c'è l'influenza grafica dell'italiano. Esiste anche il problema alla rovescio: se io trovassi un nb in Alto Reno allora mi chiederei se fa parte del sistema o se invece è l'influenza dell'italo-bolognese perché ad es. la persona ha studiato a Bologna, o ci ha lavorato, ecc." (da una e - mail ricevuta il 12.03.04). Tuttavia gli esempi che seguono sembrano* confermare l'uso delle forme mb e mp nel gaggese come in tutti i dialetti altorenani:
GAGGIO MONTANO
témp (Nueter n. 2/1978, p. 66; Nueter n.1/1978, p. 68, Nueter, n. 1/1979), chémp (Nueter, n. 2/1979, p. 72).
CASTEL DI CASIO
gamba (Nueter n. 2/1980, p. 80), campèna (Nueter, n. 2/1979 p. 72).
Come è noto il bolognese ha "tenp", "canp", "ganba" "canpèna"*.
* è bene tuttavia ricordare che molti vocabolari del dialetto bolognese, evidentemente ignorando la differenza tra mb e nb, riportano per Bologna delle forme dialettali IMPOSSIBILI quali "TaiMP", "GaMBan", etc. (cfr. il "Glossario" pubblicato in appendice a G.TREBBI - G. UNGARELLI, "Costumanze e tradizioni del popolo bolognese", Arnaldo Forni Editore, Bologna 1995).