http://it.geocities.com/kenoms3/altorenotoscano/dialettipistoiesi.htm
IL DIALETTO DI FIUMALBO (MODENA)

Un dialetto non Alto Renano, ma che può essere interessante conoscere come sorta di "elemento di controllo"


Sul dialetto parlato a Tagliole di Pievepelago con informazioni anche sul fiumalbino clicca sotto:
http://it.geocities.com/kenoms3/altorenotoscano/tagliole.html

Navigando su internet siamo imabattuti nel sito www.fiumalbo.com, completamente dedicato al paese di Fiumalbo in provincia di Modena. All'interno del sito c'è anche un piccolo dizionario che abbiamo consultato con grande interesse, riscontrando numerosi vocaboli in uso anche nei nostri dialetti.

Come è noto il paese di Fiumalbo si trova (proprio come i nostri Comuni) lungo la linea Rimini - La Spezia che secondo gli studiosi divide l'Italia in due: da una parte i dialetti settentrionali e dall'altra i dialetti centro - meridionali e il toscano.

Il dialetto di Fiumalbo risulta essere interessante anche perché il Comune è posto al confine della Provincia di Pistoia, ma separato dall'Alto Reno. Tale dialetto, dunque, può essere utilizzato per verificare il grado di penetrazione del dialetto pistoiese in aree marginali dell'Emilia (naturalmente tale confronto non è esente da imprecisioni considerata la vicinanza con Lucca(1)).

Per tale confronto abbiamo deciso di avvalerci dei medesimi criteri utilizzati per instaurare il confronto fra pistoiese e i dialetti della nostra zona, ovvero:

1) abbiamo utilizzato esclusivamente il "Vocabolario Pistoiese" edito dalla Società Pistoiese di Storia Patria nel 2000 (il che ci ha portato COMUNQUE a escludere termini chiaramente toscani o della motagna pistoiese come baggioli, ciugo, pommo, vellana, etc.);

2) abbiamo escluso tutti i termini che sono in uso a Pistoia ma considerati italiani (es: ortica);

3) abbiamo escluso tutti i termini che non avessero un perfetto corrispondente nel pistoiese (con la sola eccezione di Spepeta data la strettisima correlazione fra il termine fiumalbino e quello pistoiese).

Per la presentazione del vocabolario abbiamo rispettato l'organizzazione disposta dal gestore del sito, inserendo (nel caso di corrispondenza) il vocabolo pistoiese tra il significato del termine in italiano e quello in inglese, ovvero:

 

TERMINE IN DIALETTO LOCALE > Italiano > EQUIVALENTE PISTOIESE > Inglese

Ad ogni corrispondenza viene dato un numero progressivo in lettere romane posto fra parentesi (I),(II),(III), etc.)

 

1. ARCILE > Amadia > Closet

2. AGNEDANO > Ontano > Alder

3. AMPON > Lampone > Raspberry

4. ASCHERA > Nostalgia > ASCHERO > Homesickness (I)

5. BABAN > Tonto > Dum

6. BADALU' > Disordine o Casino > BADANAIO > Disorder or Mess (II)

7. BAGAJO (persona) > Buono a niente > Good for nothing

8. BAGAJO > Coso > Thingamajig

9. BAGGIOLO > Mirtillo > Blueberry

10. BALOTTO > Castagna bollita > BALLOTTO > Boiled chestnut (III)

11. BATTOLA > Crepitacolo > Noisemaker

12. BEGO > Verme > Worm

13. BERIGOLO > Ombellico > Navel

14. BERLETTEGO > Solletico > Tickle

15. BIACCO > Biscia d'acqua > Water snake

16. BIASCJARE > Masticare > BIASCIARE > Chew, to (IV)

17. BICHIEROTTO > Bicchiere di vino > Glass of wine

18. BIUSCIO > Pane Senza Companatico > Bread Without "Companaddego", Plain

19. BOLGIA > Tasca > Pocket

20. BORDARE > Picchiare > BORDARE > Hit, to (V)

21. BOTTO > Rospo > BOTTA > Toad (VI)

22. BOZZO > Pozza >BOZZO > Swimming hole (VII)

23. BROCCIOLO > Ghiozzo / Scazzone > BROCCIOLO > Darter (VIII)

24. BRUSJIN > Tostino > BRUSCA > Coffee Roaster (IX)

25. BUDREGON > Buzzone > BUDRIONE > Beer gut (X)

26. BUGGHERA > Bufera > Storm

27. BUIOTTA > Bottiglia dell'acqua calda > Hot water bottle

28. BURE > Buio > Dark

29. BURREGA > Scorta > Supply

30. CAICCHIO > Piolo > Peg

31. CANDELOTTO > Ghiacciolo > CANDELOTTO > Icicle (XI)

32. CAREGA > Poltrona > Armchair

33. CAVAGNARA > Cesto > Basket, Large

34. CAVAGNO > Canestro > Basket

35. CAVEDON > Alare > Andiron

36. CICCIA > Carne > Meat

37. CIRESJA > Ciliegia > Cherry

38. CIUGO > Ciuco > Donkey

39. CODDEGA > Cotenna > Pork Rind

40. COMPANADDEGO > Companatico > Bread, Anything Eaten With .....

41. CORAME > Pelle > Leather

42. COVELLE > Qualcosa > Something

43. CROCCHION > Testone > CROCCHIONE > Thickheaded (XII)

44. DECIULLATE > Datti da fare > Get on with it

45. DRENTO > Dentro > DRENTO > Inside (XIII)

46. ERBA PUTTA > Acetosa > Sour Grass

47. FERRO > Falce > Scythe

48. FORMIGOLA > Formica > FORMICOLA > Ant (XIV)

49. FOTTA > Stizza > FOTTO' > Anger (XV)

50. FREDDO BARBIN > Freddo che pela > Biting Cold

51. FREDDO LECCHIN > Freddo che pela > Biting Cold

52. FROLA > Fragola > Strawberry

53. FRUSCJADA > Caldarrosta > FRUGIATA > Roasted Chestnut (XVI)

54. GNUDO > Nudo > Naked

55. GNUDO A BEGO > ? > Stark Naked

56. GHIARA > Letto del fiume > River bed

57. GHERDA > Birichino > Naughty

58. INCULENTE > Noioso > Boring

59. LANNO > Acero > Maple

60. LARIA > Alare > Andiron

61. LAVEZZO > Pentola a tre piedi > Kettle with three feet

62. LEVADORE > Lievito > Yeast

63. LEVVORA > Lepre > Hare

64. MALOSSA > Palla Di Neve > Snowball

65. MAZZOTON > Testa Dura > Stubborn

66. MENNI > Pappa > Porridge

67. ORTESGILLA > Lucertola > Lizzard

68. ORTIGA > Ortica > Nettle

69. PACCHIANA > Rana > Frog (female)

70. PACCHIANADA > Caduta > Fall

71. PACCHIERA > Pastella > PACCHIEROTTA > Batter (XVII)

72. PECCHIA > Panna > Cream

73. PEDEGADE > Abitudini, cattive > Habits, bad

74. PENADO > Roncola > Pruning Tool

75. POMMO > Mela > Apple

76. PORRO > Verruca > Wart

77. SCAVADDOLO > Gnocco di patate > Potato dumpling

78. SCRANNA > Sedia > Chair

79. SERODENE > Autunno > Autumn

80. SLUSCIGARE > Scivolare > Slip, To

81. SLUSCIGHELLA > Scivolata > Slip On Ice

82. SPEPETA > Boccalone > SPEPA (ragazzina chiaccherina e saccente) > Know-It-All (XVIII)

83. STRACCHE > Bretelle > Suspenders

84. STRANUZZO > Starnuto > Sneeze

85. TORE > Prendere > to Take

86. VELLANA > Nocciola > Hazelnut

87. ZIZZOLA > Freddo Intenso > ZIZZOLA > Freezing Cold (XIX)

Su 87 vocaboli presenti in questo piccolo dizionario 19 presentano una corrispondenza col pistoiese cittadino. Un dato significativo dato che è pari al 21,6%, ovvero a oltre 1/5 di tutti i vocaboli totali.

Inoltre, stando a questo piccolo vocabolario, il dialetto parlato a Fiumalbo presenterebbe una spiccata tendenza "toscana" (2), a titolo di esempio:

1) sono presenti vocaboli tipicamente toscani e che non trovano riscontro neppure nelle frazioni più toscanizzanti del Comune di Sambuca Pistoiese (es: "avellana");

2) le vocali finali -e ed -o in alcuni casi permangono anche se precedute da -n- (ad esempio "agnedano");

3) il vocalismo pare di tipo toscano con il mantenimento delle vocali atone all'interno delle parole e l'assenza delle vocali lunghe (o geminate);

4) il consonatismo presenta una tendenza toscana nel non scempiare le consonanti doppie (vedi "scranna"). Da notare inoltre la presenza della fricativa prepalatale sorda (cfr. il "sc" di "biasciare") che il Rohlfs ci ricorda essere di "schietta toscanità" (G. ROHLFS, "Grammatica Storica della Lingua italiana e dei suoi dialetti", Torino, 1999, p. 406) (3).

Il dialetto di Fiumalbo s'inquadra quindi perfettamente all'interno della calssificazione dei dialetti della nostra zona come dialetto "gallo toscano", fortemente imparentato coi nostri dialetti anche per la sua somiglianza col pistoiese.

Da segnalare, infine, il termine "crocchion" (da notare le due "c") che vuol dire, in accordo col pistoiese, "testone". Tale termine si è trasferito dalla Fiumalbo alla vicina Fanano, ma perdendo il suo significato: per gli abitanti di Fanano i "crocchioni" non sono dei testoni, ma delle persone che "gracchiano" come cornacchie (cfr. F. GUCCINI, "Dizionario del dialetto di Pavana", Nueter - Pro Loco di Pavana, 1998, p. 49) (4).

 

NOTA:

(1) In effetti molte coincidenze tra dialetto di Fiumalbo e  pistoiese potrebbero essere derivate dal lucchese; la cosa non dovrebbe comunque stupire dato che i due vernacoli toscani sono fra loro imparentati (varietà Toscano - occidentale), né cambierebbe sostanzialmente i termini del confronto: penetrazione di vernacoli toscano - occidentali in Emilia anziché penetrazione del vernacolo pistoiese nell'Emilia.

(2) il Meyer Lubke (F. D'OVIDIO - M. MEYER LUBKE, "Grammatica storica delle lingua e dei dialetti italiani, Hoepli, Milano, 2000, p. 199) classifica il dialetto di Fiumalbo come dialetto toscano che "mostra l'influenza settentrionale nel passaggio di 'T' in 'd'".

(3) In merito all'uso di "sc" abbiamo ricevuto una cortese nota del Dott. Daniele Vitali, studioso dei dialetti emiliani e curatore del celebre "Dizionario Bolognese" pubblicato da Vallardi:

"Volevo solo dirle che, per aver sentito due volte il dialetto di
Fiumalbo, so che il suono sg della Sambuca c'è anche lí (vosge, crosge, lu
el disge), e che quindi probabilmente hanno scritto sc ma pronunciano
proprio sg anche loro".

Se quanto riportato da Vitali è vero (e non c'è motivo di dubitarne), da un lato dovremmo registrare un fenomeno fonetico "sg" non toscano, ma al tempo stesso un ulteriore elemento di comunanza fra questo dialetto della provincia di Modena  e gli altri dialetti "gallo - toscani" per i quali si rimanda alla pagina sui "dialetti pistoiesi" e in particolare a "scempimenti ed isoglosse". Da notare peraltro come il suono "sg" possa comunque essere una evoluzione in chiave sonorizzata sia della particolare "g" toscana (vedi la 'g' di "stagione") che della "sc" di parole come "cescio" (italiano "cecio").

(4) Al fine di non creare confusioni dobbiamo chiarire che né a Fanano, né a Sestola si parlano dialetti gallo - toscani, ma veri e propri dialetti emiliani: "Abbiamo, poco fa, parlato di "famiglia dialettale". Mi sembra di poterla identificare in quel gruppetto di dialetti che, partendo grosso modo da quella zona chiamata "romagna toscana" va, lungo certe fasce di monti, a toccare Castiglion dei Pepoli, la Vallata della Limentra di Suviana fino alla stessa Suviana, Sambuca, Granaglione, Lizzano in Belvedere e Vidiciatico; poi, facendo un bel salto (e si guardi, su una carta, che salto) l'Alto Frignano (Pievepelago, Fiumalbo, Riolunato), l'Alta Garfagnana e la Lunigiana Inferiore" (F. Guccini, "Dizionario del dialetto di Pavana", Nueter - Pro Loco di Pavana, Porretta Terme - Pavana Pistoiese, 1998, pp. 9 - 10). Il termine "crochioni" in uso da quelle parti è pervenuto da aree toscane e gallo - toscane, ma perdendo il suo significato originario (lassù parlano diverso ...)

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RIPORTIAMO DI SEGUITO DUE ESEMPI DI DIALETTO FIUMALBINO (LA FONTE E' LA PAGINA DELLE E - MAIL DEL SITO www.fiumalbo.com)

IL PONTE DEL DIAVOLO

Qualche tempo indredo, La Zenzola la gheva unna foto del Ponte del Diavolo che el traversa el fosso per andare a San Michele.  (Non che ghe vagghi più gnissun a San Michele per quella via lì.  Comme l’osservò el Proffessor Sergio Santi qualche anno fa, la gente con l’auttomobbile, per vegner a Fiumalbo, la passa dalla Pieve e chi ven a pee el passa sovre la Lezzona e doppo el ven giò in paese.  (Però, qualche matto nostalgico el gh’è ancora – comme el sottoscritto che el ghe andava, e qualche altro matto con la macchina fotografica el ghe va ancora.)  Ghe gente che la nun vol credere nel ghiavolo; lori i lo chiammen el Ponte della Fola.

Ghera unna volta, un castagno primadiccio proprio sulla destra primma del ponte.  Quando i andavo alla festa de San Michele  con el me papà, i me fermavo sempre a tirar qualche ramiccio ai cardi, che i cominciavane a ridere a bocca averta, sperando de tirar giò qualche cardo da avrire con i pee.

El me papà, quando l’arrivava in cimma al ponte el me cominciava a contare la storia de quest’ommo de San Michele ch’el tornava a ca’. El s’era fermà al caffè del Giacciaio, l’eva alzà el gommedo un po’ troppo e l’era preoccupà perché el nun seva comme cavarsela con la so mòie.  El pensava propio a qualche busjìa da contarghe per farla franca, quando un cavretto el ghe vinse dredo.

“Che fortuna!” El pensò.  “Questo cavretto el me aiuderà a calmar quella femmena.” El chiappò la béstia e po’ el se la misse intorno al collo.  L’andava avanti barcollando e pian pianin l’arrivò a quel macigno che gh’è a metà salida tra el ponte e la Crosje che ghè in cimma al Passetto. (Guarda caso, quando la storia l’arrivava a questo punto i erene arrivà visjin a lì anche nantri.)

A un certo punto l’ommo l’eva mollà un po’ la presa del cavretto e questo el ghe scappa via.  Disperà l’ommo l’urlò: “Oddio, i l’ò perso!”

El cavretto, ch’el nun era altro che un demonio, a sentire el nomme del Signore, el scappa giò pel la sassaia tirando scintille infin ch’el nun va a finire in tel fosso.  L’ommo, in gratitudine per essere salvà, el smisse de bere. Doppo el fè unna nicchia nel sasso dove el ghe fe metter su quella madonnina lì.

Qualchedun el me dirà: “Guidon, nun to vorraa mia credere a questa fola!”

Che volii chi ve digga, gente; la Madonnina l’è ancora lì in cimma al sasso, po’ i nun posso mia dar del busjardo al me papà!


Caro Aldo
i’ò pensà che l’inventore della microchip ch’i mettene in tanti computer l’è un fiumalbin

Nantri i disjemma intel fosso, intel secchio, intel bosco…e questo tizio l’à messo Inteldrento al computer.  

Più chiaro de coscì!

Ciao, Guidon

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Segnaliamo inoltre che anche Fiumalbo (come  l'Alto Reno) è stato terra toscana per molti secoli. Precisamente Fiumalba fu Toscana fin  quando (anno 1038) il marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa, donò al vescovo di Modena Viberto la "Rocca che si chiama Fiumalbo". Per chi vuole saperne di più clicchi sotto

http://www.comunitamontana-del-frignano.emr.it/comuni/fiumalbo/storiamonum.htm

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FRIGNANO TOSCANO

DA "LA PADANIA" 21 ottobre 1998

Nel marzo 1848 la popolazione di Pievepelago si
ribellò all'annessione del Ducato di Modena ai Savoia
«Vogliamo il Frignano libero!»
I rivoltosi erano guidati dal medico condotto Lorenzo Lardi di Fanano

di Alina Mestriner Benassi

[Tralasciamo l'inizio dell'articolo pieno della solita propaganda leghista a suon di 'Repubblica del Nord' - 'Abetone zona di confine', etc., etc. per giungere all'aspetto importante della vicenda]

In questo contesto, vorrei ricordare un episodio antico e poco noto, che ben delinea l'anima di questa gente, abituata da secoli all'isolamento della natura impervia e a un lavoro talmente duro da ridurre ogni voce del mondo alla pura e semplice essenza dei fatti in sè per sè. Nel marzo del 1848 si ebbe a Pievepelago, nell'Alto Frignano, un tentativo separatista. Erano passati soltanto pochi giorni dalla prima partenza da Modena dell'ultimo duca d'Este, Francesco V, che si era ritirato in territorio austriaco lasciando in città un reggente con l'ordine di dare al popolo uno statuto e di sciogliere le truppe dal giuramento di fedeltà, quando si proclamò il governo provvisorio. Giuseppe Malmusi ebbe l'incarico di reggere l'ex Ducato e nominò dei delegati per ogni dicastero governativo. Fu chiesta inoltre l'annessione al Regno di Carlo Alberto di Savoia, nonostante il parere contrario del partito mazziniano. A Pievepelago serpeggiò, a questo punto, la ferma volontà di non restare inerti. Quella semplice e umile gente montanara nutriva sentimenti di devozione e di fedeltà ben radicati nei confronti del sovrano e rimase comprensibilmente perplessa e restia a darsi a un governo che sentiva lontano e "foresto". A Pavullo era stato inviato, come nuovo delegato governativo, Giovanni Soragni a sostituire il rappresentante del Duca, Giambattista Barbieri, ma la voce della nuova autorità, una circolare indirizzata ai sindaci del Frignano, passò nell'indifferenza generale. A Pievepelago rimase il conte Camillo Poggi, guardia nobile ducale, e le insegne degli Este furono lasciate al loro posto sulle porte degli uffici governativi. Fu allora che un certo numero di persone armate di bastoni o altri arnesi inscenarono nelle strade una dimostrazione. Preso atto da parte della popolazione della fine del dominio estense, ci si diede da fare per sancire la separazione da Modena e l'indipendenza del Frignano. Le poche notizie sull'evento si possono trovare in un fascicolo, conservato nel Museo del Risorgimento di Modena e ricavato da alcune schede dell'Archivio di Stato di Torino, fatto che può spiegare inequivocabilmente come anche questo, seppure effimero, anelito d'indipendenza sia stato manipolato da una storiografia pronta a falsare qualsiasi episodio non perfettamente inquadrato nella retorica risorgimentale. I pievaroli avrebbero agito soltanto per arrivare all'annessione con il Granducato di Toscana. Tanti sfracelli: la raccolta delle firme, le segrete adunanze in casa del medico condotto Lorenzo Lardi di Fanano, l'uscita "in armi" della rivoluzionaria compagnia per le vie del paese, e tutto per consegnarsi a Leopoldo II, mite e bonario sovrano, quasi fotocopia dell'Este. Ecco testualmente, dall'accennata fonte dell'Archivio piemontese, la lettera del Delegato di Finanza al Governo Malmusi: «Il Ricevitore di Finanza a Pievepelago, Domenico Venturi, informa, per espresso giunto a Modena, che il 27 corrente presentavasi Bellettini di Fanano, richiedendogli la sua firma per l'unione di Pievepelago e paesi contermini alla Toscana; che, recatosi a casa di quel dottor Lardi, ove erano adunati Toscani suoi parenti, uscirono insieme alla Giuditta, moglie del Lardi, e alla Teresa Marcolini, gridando e abbattendo le insegne della Dispensa e della Ricevitoria». Poche righe, per liquidare nel ridicolo un evento, che se pur deformato, potrebbe fare riflettere i contemporanei. Due giorni prima le truppe di Leopoldo, approfittando della crisi del vicino Ducato, avevano occupato Massa, Carrara e i territori della Lunigiana e della Garfagnana che facevano parte dello Stato Estense, attuando antiche e ben note aspirazioni ed è plausibile che l'anelito autonomista frignanese potesse essere strumentalizzato dal governo di Firenze per soddisfare le proprie mire espansionistiche. Il 24 di giugno il governo di Modena fu affidato dal Municipio al conte Ludovico Sauli d'Igliano, senatore e commissario del Re di Sardegna, ma dopo che Milano cedette ai patti procurati da Carlo Alberto, la Reggenza istituita da Francesco V dichiarò nulli gli atti del Governo provvisorio. Il Duca d'Este tornò a Modena il 10 agosto e, concedendo subito amnistie e riforme, riguadagnò presto l'affetto del suo popolo. Per quanto riguarda il significativo episodio frignanese, si sappia che gli "aspiranti toscani"rimasero fedeli al Duca fino alla resa dei conti, difendendo da prodi le loro montagne anche contro le truppe napoleoniche che salivano dalla Toscana e se non riuscirono a rendere indipendente il Frignano, si adoperarono con tutta l'anima perché lo fosse perlomeno il Ducato. Il 13 giugno 1859, Modena rinunciò alla propria autonomia e si asservì al Piemonte.