HOME PAGE: clicca qui

ALTO RENO TOSCANO (http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO)

IL DIALETTO PARLATO A
BORGO CAPANNE
    (Comune di Granaglione)


PREAMBOLO

Per dialetto di Borgo Capanne non intendiamo l'intero dialetto della frazione (348 abitanti al 10 agosto 2000) giacché al suo interno sono presenti realtà fra loro molto diverse, come Madognana (nostra ricognizione) e Varano (ricognizione Dr. Daniele Vitali), dove si parla un dialetto di tipo porrettano, ma esclusivamente il dialetto parlato nella sola località di Borgo Capanne. Per chi è uso a frequentare le località dell'Alto Reno, infatti, appare scontato osservare come il dialetto si modifica praticamente da località a località attraversata anche quando le distanze sono minime.

Informatori

Avventori residenti in località Borgo Capanne (con esclusione delle località vicine quali Lustrola, Venturina, Luccaiola, Madognana, Varano, etc.) del Ristorante, Bar, Trattoria "Le Capanne - Locanda Wine Bar" posto in località Iola di Borgo Capanne (Iola dal Cavanne). Si ringrazia in proposito la disponibilità delle persone che hanno voluto collaborare a questa iniziativa, nonché la disponibilità dei gestori dell'esercizio (in particolare Graziano (Mario) Guiducci).

Data della ricognizione

19 marzo 2005 consegna del questionario.
Ritiro del questionario e piccola discussione con le persone del posto il 2 aprile 2005


GRAMMATICA


Lenizione

La prima, più evidente, caratteristica del dialetto di Borgo Capanne è la presenza della cosiddetta "lenzione", ovvero la sonorizzazione di - s - intervocalica e delle consonanti intervocaliche occlusive con esito p > v, t > d, k > g (es: dido anziché dito, figo, anziché fico, etc.).
E' importante osservare come questa caratteristica del dialetto di Borgo Capanne risulti in perfetta consonanza con le parlate settentrionali italiane e, più in generale, con tutte le lingue della cosiddetta Romània Occidentale (francese, franco - provenzale, occitano, catalano, spagnolo e portoghese).


Degeminazione consonantica

Questo accadimento linguistico, detto anche "scempiamento consonantico", può considerarsi un episodio della lenizione, trattandosi di quel ben noto fenomeno per cui tutti i dialetti settentrionali tendono a ridurre a consonanti brevi (o semplici) le consonanti occlusive che nei dialetti toscani sono rafforzate (es: becco, cappa) o allungate (es: bello). Per cui a fronte dell'italiano gallina avremo il locale "galina". La degeminazione consonantica, per influsso della confinante Toscana, tuttavia viene applicata solo in parte per cui, diversamente da quanto avviene dal Settentrione, le consonanti doppie cadono solo nel caso in cui la parola abbia più di due sillabe con la doppia consonante che precede la vocale accentata (per cui, ad esempio, avremo "pignatini" anziché una pronuncia più toscana del tipo "pignattini", ma anche "gallo" al posto di una pronuncia più 'emiliana' del tipo "galo" (bolognese 'gal')).


Degeminazione vocalica

In perfetta opposizione alla degeminazione consonantica il dialetto di Borgo Capanne, come tutti i dialetti dell'Alto Reno (porrettano incluso), non presenta il fenomeno delle vocali lunghe che in bolognese, al contrario, assurge all'importante ruolo di carattere distintivo delle parole (cfr. in bolognese "raggn" (regno) e "raagn" (ragno)). Queste caratteristica del dialetto di Borgo Capanne è propriamente dei dialetti centromeridionali della penisola italiana (toscano compreso).


Vocali a fine parola

Un'altra caratteristica addebitabile al sistema linguistico della Toscana è la presenza del vocalismo a fine parola di "e" e di "o" che, al contrario, i dialetti settentrionali tendono sistematicamente ad eliminare (es: il locale "luse" rispetto al bolognese "luus"). Nel caso, tuttavia, del dialetto locale questo fenomeno viene a cadere quando la "e" e la "o" finali sono precedute da -n (per cui avremo da un lato "luvo", ma dall'altro "fruston", "pirin", etc.). E' da rilevare come la -n a fine parola venga pronunciata con un suono fortemente nasale


Dileguo delle vocali


Attribuibile, invece, al sistema dialettale Nord - Italiano è la tendenza complessiva alla scomparsa delle vocali che precedono o seguono, nella parola, la vocale accentata (es: mlón).


Affricazione pistoiese

La pronuncia del pistoiese, diversamente da quanto avviene nel fiorentino e nei dialetti settentrionali, presenta il fenomeno della affricazione della "s" che, dopo n, r, l, viene pronunciata "z" (es: il zole, l'inzalata). Questo fenomeno risulta assente nel dialetto locale che al limite potrebbe subire, solamente, qualche sporadica influenza in posizione centrale delle parole come in altre vicine località (es: il locale e ponteventurinese "inzun" anziché "insun").


Fenomeno di rianalisi

Altro caso, invece, è rappresentato dall'espressione "Tze andà a magnare" per lo sviluppo del quale non è improbabile immaginare i seguenti passaggi:

te se > t se > t ze (qui inteso come z sorda di mazza), reso poi ti ze (con z sonora) per incapacità a distinguere tra z sonora e z sorda.

Questo fenomeno è detto, in termini tecnici, "rianalisi".


Sviluppo dei nessi latini cl e gl

Nel dialetto di Borgo Capanne, come negli altri dialetti altorenani (porrettano escluso), nei vernacoli toscani ed in italiano, i nessi latini cl e gl vengono sviluppati attraverso il meccanismo di palatizzazione di "l", dando così al nesso la caratteristica forma "chi" o "ghi". Nei dialetti settentrionali, al contrario, i nessi si conservano inalterati (ad esempio nel friulano) oppure spingono la palatizzazione ben oltre le condizioni toscane, estendendosi anche alla prima consonante: al posto, ad esempio, del ponteventurinese "occhio" avremo, così, il bolognese "oc'". La pronuncia di "ch" appare tuttavia particolare e l'effetto all'orecchio risulta simile a una "tr" nella pronuncia di un calabrese o di un siciliano.


Raddoppio di m intervocalico

Nel dialetto locale molto spesso la m intervocalica viene raddoppiata, dando luogo a forme del tipo "aldamme" (letame), "famme", "lumme". Questo fenomeno è comune sia all'area settentrionale che all'area lucchese - pistoiese. Durante la nostra ricerca ci siamo dimenticati di verificare l'esistenza del fenomeno di dissimilazione della geminata -mm-, ma la riteniamo altamente probabile. Infatti al raddoppio di mm abbiamo sempre visto accompagnarsi  la  dissimilazione della geminata -mm- (ad esempio in parole come il pavanese e il pistoiese cambera, oppure il pavanese cocómbaro per cocomero):

"A questo si aggiunge l’altro fenomeno (anche questo ora scomparso nelle nuove generazioni) che colpisce le parole proparossitone come "càmera" detta "càmbera" , "sémola" detta "sembola", "prezzémolo" detto "prezzembolo", "Làmole" pronunziato "Lambore", " Gombito" per "gomito", "Cendere" per "cenere" "Rombice e Rombiciaio" per "romice e romiciaio" tutt'ora riscontrato nell'area più marginale della Garfagnana. È un fenomeno di dissimilazione della geminata MM in MB attraverso il passaggio CAMERA < CAMMERA > CAMBERA, ecc. e rappresenta la fase iniziale dell’eliminazione dei proparossitoni ereditati dal Latino in area soggetta ad influssi gallici; in effetti è uno di quegli strumenti di cui si sono serviti il Provenzale ed il Francese, ed i dialetti da loro influenzati, per l'eliminazione del ritmo proparossitono (CAMERA > chambre in Francia; LAMULA > Lambro attraverso la fase Làmboro nell’ Italia settentrionale ecc.)"
(G. JORI, "IL LINGUAGGIO DELLA MONTAGNA ALTA DI PISTOIA", in http://groups.msn.com/ALTORENOTOSCANO/dialettipistoiesi.msnw)


Prostesi vocalica

Si tratta di un fenomeno di recupero vocalico, presente in tutti i dialetti di matrice gallo - italica (emiliano, lombardo, piemontese, ligure), che consente di rendere meno difficile la pronuncia di certe parole che hanno subito la scomparsa della vocale della sillaba iniziale (es: aldamme anziché ldamme per letame).

Fricativa prepalatale sonora

Si tratta di un suono molto particolare, ed affine alla "j" del francese "jardin", che compare quando ce, ci, ge, gi non iniziali vengono mutati in sibilanti. Avremo così "paje" anziché pace e "bajio" anziché "bacio".
Questo suono, ampiamente diffuso in Alto Reno da Lizzano a Stagno, da Pavana a Lagacci, da Biagioni a Lustrola, da Treppio a Badi  (e da interpretarsi come una evoluzione, in chiave settentrionale, di due esiti fonetici toscani (*)) risulta del tutto assente a Borgo Capanne. Al suo posto, per evidente influsso della vicina Porretta, compare la "s" sonora (come nell'italiano "sbarco"). Pertanto la pronuncia della parola "pace" anizché "paje" sarà "paSe"


Tendenza alla non dittongazione

A differenza di quanto avviene nel sistema linguistico toscano la e breve latina non passa al dittongo "iè", ma si risolve in una e semplice chiusa "é" per cui, ad esempio, l'italiano "mièle" viene reso con "méle".
Analoga tendenza alla non dittongazione la troviamo per la "uo" che viene resa o chiusa (es: fógo in luogo dell'italiano fuoco e del pistoiese "foho" (con o aperta)).


"i" semiconsonantica in luogo di "gli"

Concordemente alle forme settentrionali al posto del nesso toscano "gli" nel dialetto locale si trova una i semiconsonantica semplice (voJo anziché voglio)



Esito del latino -arium

Pur non essendo stata rilevata nel questionario ci siamo accorti in sede di ricognizione sul posto come il dialetto locale sviluppasse la forma -aro (tipica dei dialetti emiliani) anziché la forma -aio (propria del toscano)


Mancato sviluppo della c e g in z

Un'altra importante caratteristica fonetica del dialetto parlato a Borgo Capanne da addebitarsi ai dialetti di tipo toscano è il mancato sviluppo di c e g nella forma settentrionale z (es: il locale "giugo" rispetto al felsineo "zuugh").


Raddoppio sintattico

Per raddoppio sintattico o fonosintattico si intende quel particolare evento linguistico per cui, ad esempio, un toscano pronuncia la frase "vieni a casa" nella forma "vieni a ccasa". La parlata locale in concordanza coi dialetti nord - italiani non presenta il raddoppio fonosintattico.


Metafonia

Per metafonia, o metafonesi, s'intende l'alterazione del timbro di una vocale interna di una parola, volta a renderla meno distante o, addirittura, a identificarla con quello della vocale finale. Di tutti i dialetti della penisola italiana (settentrionali e meridionali senza eccezione) solo quelli toscani ne risultano privi. Il dialetto di Borgo Capanne s'iscrive, per questo importante elemento linguistico al tempo stesso fonetico e morfologico, tra i dialetti toscani.


Plurale maschile

Nel dialetto locale i plurali maschili vengono resi con -i a fine parola (es: pignatini). Tale caratteristica è discordante dai dialetti settentrionali (che usano a tale scopo la forma -s a fine parola, ovvero la metafonia) ma è perfettamente concordante con il sistema linguistico della cosiddetta Romània Orientale (toscano, dialetti centro-meridionali, romeno, dalmata, parlate istro - rumene, megleno - rumene, arumene).


Pronominalizzazione obbligatoria del soggetto

Al posto delle forme toscane io, tu, egli il dialetto locale introduce le forme obbligatorie mi, ti a cui pare indifferentemente affiancare le particelle "a" (bolognese) e altorenana "i" (es: "mi i t'arconto").
E' doveroso osservare che nell'individuare la particella "i" il dialetto locale applica una scelta sincretica interessantissima dato che "i" è la forma del toscano arcaico per "io" ancora attestata in dialetti pistoiesi come quello di Montale.


La negazione

Per quanto riguarda la negazione, invece, il dialetto di Borgo Capanne si manifesta come un dialetto di tipo toscano, dato che la negazione può essere anche priva di ridondanza (es: a n al so)


Partecipio passato

I partecipi passati dei verbi, invece, vengono trattati secondo il modello emiliano e subiscono la cosiddetta "apocope" (o troncamento a fine parola) così da avere "avù" e "partì" in luogo di "avuto" e "partito".
Simile troncamento lo troviamo pure nelle parole in "ato/a", "eto/a", "ito/a" (es: fruSà e non fruSada).


Lessico

Un cenno particolare, infine, merita il lessico locale pieno di una rilevantissima quantità di toscanismi (oggi , fruSà), emilianismi (aldamme), arcaismi e  relitti linguistici provenienti da una antichissima europa mediterranea e primitiva (ad esempio il relitto ligure anario "goSe").


Posizione del dialetto di Borgo Capanne all'interno dei dialetti dell'Alto Reno

Il dialetto di Borgo Capanne pare inquadrarsi tra i dialetti tipici dell'Alto Reno e, quindi, parente del pavanese, del lustrolese, del badese, del treppiese, del sambucano, del lagaccese, etc. Tuttavia, rispetto a tutti questi dialetti, mostra più spiccate tendenze emiliane, specialmente nel campo della fonetica.
Il dialetto di Borgo Capanne risulta, così, essere un dialetto di estremo interesse per gli studiosi delle parlate locali in quanto, dagli elementi a nostra disposizione, possiamo classificarlo come una sorta di anello di congiunzione tra il dialetto porrettano (che mostra alcuni elementi tipici dei dialetti altorenani  pur essendo, per molti aspetti, classificabile come un dialetto della media montagna bolognese) e gli altri dialetti dell'Alta Val del Reno.


PICCOLO DIZIONARIO

^ = -n nasale a fine parola (melone > mló^)
S = s sonora (luce > luSe)
j =  fricativa prepalatale sonora (Sg) simile alla "j" del francese "jardin"
J = i semivocalico (formaggio > formàJo)
é = e chiuso
è = e aperto
ó = o chiuso
ò = o aperto

CALDARROSTA > fruSà (bolognese aròsti, pistoiese frugiata, pavanese frujià)
CAPRA > cavra
CASA > cà
CECE > céSo (bolognese zaiS, pistoiese céscio, pavanese céjio)
IL GINGHIALE > al cinghiale
COPERTA > cuerta (bolognese cueerta)
CROCE > cróSe (pavanese cróje, bolognese crauS, pistoiese crosce)
IL DITO > al dido
LA FAME > la famme (pistoiese famme / fame, pavanese famme, bolognese faam)
FORMAGGIO > formàJo (pavanese formàJo / càjio, bolognese furmaai, pistoiese cascio)
FUOCO > fógo (pavanese fógo, bolognese fuug, pistoiese fòho)
GIOCO > giugo (pavanese giogo, bolognese zuugh)
IL > al
LEGNO > léggno (pavanese léggno, bolognese laggn)
LETAME > aldamme (pavanese aldamme, bolognese aldaam, pistoiese cùncio)
LUCE > luSe (pavanese luje)
LUCERTOLA > luSèrtla (pavanese lujèrtola, bolognese luSeerta)
MAIALE > maiale / nini^ (pistoiese maiale / nino, bolognese ninén / purzèl / poorz)
MELONE > mló^ (bolognese mlon, pavanese mló^, pistoiese popóne)
MIRTILLI > pignatini (pavanese pignatini, pistoiese pentolini)
NEVE > néva
NESSUNO > inzun
OGGI > óggi (pistoiese òggi, bolognese incuu)
PACE > paSe (pistoiese pasce, pavanese paje, bolognese pèS)
PANE > pa^
PANIERE > panero
PULCINO > piri^ (pistoiese piro / pirino / pucino, bolognese pipién)
RACCONTO > arconto
RAMARRO > luSértlon (pistoiese ramallo, pavanese ramallo, bolognese liguur)
ROSPO > bòtta (pistoiese bòtta, pavanese bòtta, bolognese bòt)
SETACCIO > Sdàccio (pavanese sdàccio, bolognese Sdaaz, pistoiese stàccio / setàccio)
SCOIATTOLO > scoiattlo / góSe (la voce goge, diffusa nei dialetti dell'intera Alta Montagna Pistoiese e nel lucchese, è un relitto di una antica lingua anaria)
TALPA > tòpa rugàgna (bolognese tòpa rugaagna, pavanese mSuràggnola)
UOVO > óvo (bolognese oov, pistoiese òvo)
VINO > vi^
IO > mi

ESPRESSIONI E LOCUZIONI

IO RACCONTO >  a t arconto
SEI ANDATO A MANGIARE > tze andà a magnare
STAI BUONO > sta bón
IL MAIALE MANGIA MOLTO > al maiale magna dimóndi
COME STAI? > com(e) te sta?
CHE TEMPO FA? > che temp(o) a fa?
VADO DOVE VOGLIO > i vò dove i voJo
TE LO DICO > i tal diggo
OGGI NEVICA > óggi a néva
NON LO SO > a n al so



NUMERALI

TREDICI > trégge (pistoiese tredisci, bolognese tragg', pavanese trédge)
DICIANNOVE > déSnóve (bolognese dSnoov, pistoiese disciannove, pavanese déjnóve)


ALCUNE ESPRESSIONI E DETTI LOCALI COSI' COME SCRITTI DALLE PERSONE INTERPELLATE


1. si perdo i vincio, si vincio po'!
2. lé meio un legno moiò che un sasso sutto!
3. quando rinuvla sovra alla brina acqua o neve cl'altra mattina!
4. quand'al nuvle van vers Bologna to' la zappa e vall'arpognla, quando al nuvle a van vers Amdale to' la zappa e và a zappare!
5. ad ognuno al so mestiere al lùvo al pegre e i bazurloni alla caretta
6. i soldi di poveretti e i coioni di can ien sempre in bella mostra
7. chi l'ha un bòn ciocco al tegni a maggio
8. com lè a diseva cal can cà beveva la scotta [il siero della ricotta]
9. quand'a canta al cucco la mattina le mòio e la sira lè sutto
10 dot'va?
11. portmelo gió
12. nte me me fare arabiare (non mi fare arrabbiare)
13 etnarcordi? (non ti ricordi?)
______________________________________________________________________________________
NOTA: (*) 
la particolare pronuncia di "g" in parole come il toscano "stagione" (quasi "stasgione") e la presenza del gruppo "sc" (fricativa prepalatale sorda) in parole come il toscano "fascioli" sono i due fenomeni fonetici toscani alla base della fricativa prepalatale sonora presente in Alto Reno (cfr. G. ROHLFS, "Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti - Fonetica", Einaudi, Torino, 1999, pp. 283 - 284 e G. BERTONI, "Italia dialettale", Cisalpino Goliardica, Milano, 1986, p. 127).

*** pagina realizzata con il sistema operativo Linux ***


<