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RICOSTRUZIONE DEL DIALETTO DI TORRI

Alla luce degli elementi a nostra disposizione ed evidenziati nella pagina dedicata all'antico dialetto di Torri (http://groups.msn.com/ALTORENOETOSCANA/ildialettoditorri.msnw) possiamo ricostruire almeno in parte l'antico dialetto:

A tale scopo ci saranno utili anche i dati della ricerca archivistica.

Elementi dell'antico torrigiano

I) Il torrigiano antico sonorizzava K e T (la sonorizzazione di T è provata dal toponimo Ceredoli per Cerretoli (*), la sonorizzazione di K  è provata da Fugini per Fucini)
II) il torrigiano antico prevedeva la fricativa prepalatale sonora simile alla "j" francese (nel Catasto Granducale del 1730 il toponimo "Bacio" è presente nella forma "basgio"). La presenza della fricativa prepalatale sonora già attestata nel 1730 dimostra come all'epoca della testimonianza del parroco di Fossato dell'inizio del XIX secolo (Marco Pelagio Mattei) il torrigiano fosse, in realtà, assai diverso dal modenese e assai simile agli altri dialetti altorenani come il pavanese. Questo a patto, ovviamente, che la testimonianza del parroco non si riferisse a quel particolare dialetto 'modenese' che è in uso nell'Alto Frignano (specialmente a Fiumalbo) e che appare del tutto simile ai dialetti altorenani (**)
III) il torrigiano antico prevedeva la e chiusa "é" in luogo del dittongo "ie" (nel Catasto Granducale del 1730 il toponimo "Ciliegia" è riportato nella forma "Ciresgia")
IV) il torrigiano antico prevedeva apocope ed elisione (vedi i toponimi del tipo Cà presenti nel territorio torregiano, uno dei quali pure attestato in un documento dell'Archivio Diocesano di Pistoia risalente al 1785(***))
V) il torrigiano antico prevedeva la caduta della vocale a fine parola se preceduta da -n (vedi il toponimo Molin Vecchio)
VI) il torrigiano antico presentava articoli di tipo emiliani / gallo - toscani  (vedi il toponimo Prà dall'oca)
VII) il torrigiano antico (concordemente ai dialetti setterntionali e pistoiesi) degiminava "rr" (vedi il toponimo Cereta per Cerreta)
VIII) il torrigiano antico prevedeva il troncamento delle parole in "ato/a", "eto/a", "ito/a", "uto/a", nonché nei partecipi passati (il toponimo Colorè nel Catasto Granducale del 1714 è riportato come Coloreto)
IX) il torrigiano antico presentava un interessante numero di vocaboli di area nord italiana (vedi il già citato Coloreto per Noccioleto e quindi colora = nocciola)
 
Alla luce di questi elementi, e in particolare del punto VIII che è indice della presenza di un dialetto con marcate caratteristiche settentrionali (ad esempio il moderno lagaccese e il moderno sambucano non troncano né i participi passati, né le forme in ato/a, eto/a, ito/a, uto/a) si può presumere anche:

a) che l'antico torrigiano prevedesse la degiminazione consonantica anche per gruppi del tipo "nn", "ll", "mm", "bb", etc.;
b) che l'antico torrigiano sonorizzasse la consonante P

Tuttavia l'antico torreggiano dimostrava essere un dialetto con notevoli elementi toscani come mostra l'uso di "c" e "g" in luogo di "z" (ciresgia), l'uso della fricativa prepalatale sonora in luogo di S sonora (basgio),l'uso del plurale maschile in -i (ceredoli), l'uso della vocale a fine parola se non preceduta da -n (basgio). Il dialetto torrigiano antico deve essere pertanto classificato all'interno della piccola famiglia dei dialetti di crinale comprendenti i dialetti dell'Alto Reno e dell'Alto Frignano

NOTA:

(*) I documenti del Catasto Granducale anche a questo proposito sono illuminanti:
>Prati > Pradi (Catasto Granducale 1665)
>Praticcioli > Pradiccioli (Catasto Granducale 1730)
(**) Secondo un altro parroco della zona (Don Anselmo Mattei) nella zona di Torri era in uso il termine "guarzetta" (= ragazzetta più o meno sfrontata) che pare sconosciuto non solo in lucchesia, valdinevole, Montale Pistoiese, montagna media e alta montagna pistoiese e Pistoia, ma anche in quasi tutta l'Emilia con eccezione della zona di Pievepelago (cioè l'Alto Frignano) Dobbiamo questa informazione al Dott. Daniele Vitali . A questo punto ci sono notevoli possibilità che l'antico dialetto di Torri fosse non un dialetto altorenano, ma un dialetto dell'alta montagna modenese (tipo il pievarolo o il taialoro di Pievepelago oppure il fiumalbino). Tale intendimento ci pare condiviso dal già citsto Daniele Vitali: "Anch'io penso che la parola guarzetta confermi la provenienza dell'antico torrigiano dall'alta montagna modenese centrale, confermando le memorie del parroco di Fossato". Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento rimandiamo al seguente libro: Don Anselmo Mattei, "Tradizioni e vecchie usanze di Monachino e Torri", Tipografia Dami snc, Pistoia, 1997. In particolare il capitolo "A Torri e al Monachino - Parole e modi particolari. Parole riguardanti la castagnitura. Proverbi e consigli dei vecchi", pp. 83 - 84.
(***)  Ancora un aiuto ci viene dal Catasto Granducale:
>Roncacci > Ronclacci [forse da Roncolaccio] (Catasto Granducale 1665)
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MA COSA SI PUO' DIRE DELLA STORIA LINGUISTICA DI TORRI?

Come è noto Torri parla oggi un dialetto di tipo toscano.  Come abbiamo dimostrato a partire dal XV secolo al XIX secolo il dialetto torrigiano era un dialetto di tipo modenese - frignano. Ma prima della nascita della colonia linguistica modenese - frignana quale era il dialetto parlato in zona? Daggli elementi linguistici presenti nella diplomastica pistoiese medioevale possiamo azzardare che si trattasse di un dialetto di tipo sambucano. Ecco alcuni esempi:

>Campo di Cerredoli > Cerredulum, castagnetum infra confines Montiselli
>(Registri del Monastero di Forcole anno 1250)
>Monte Femmina > Monte Femino (Diplomatico Abbazia Fontana Taona anno 1086)
>Monticelli > finibus Turri seu Monticelga (1106 Diplomatico Abbazia Fontana Taona)
>Poggio Aguzzo > Monte Aguto (1137 documento datato Pistoia 21/03/1137 e custodito in Archivio di Stato Firenze)

Anche il Dottor Vitali ritiene che: "Effettivamente si può ipotizzare una fase "sambucana", una "frignanese" e infine l'attuale toscana con gorgia".(e mail del 29 aprile 2005)


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